Le odissee rumoriste dell'ensemble industriale per eccellenza, Le Syndicat, trent'anni di onorata militanza sotterranea, una di quelle realtà per pochi, distruzione elitè-aria, tapes e prolificità viscerale, do it yourself assoluto. Fin troppo 'nascosta' consideratone l'elevato valore, sia in termini di qualità che sotto aspetti puramente innovativi o creativi, aspetti non di poco conto, che questo progetto ha mostrato sin dagli esordi e praticamente in ogni uscita. "Rectal Strugle", del 1985, ne racchiude ogni specifico tratto, l'essere sempre e comunque avanti, l'aver anticipato di parecchi anni la cosiddetta power-noise (movimento attualmente vivissimo, specie in Germania), la radicalità, il marciume, la sperimentazione pesante e l'armamentario spiccio pronto a ridicolizzare tutto quel commercialume di quei figli di papà con mille tastiere, mille cianfrusaglie, peraltro sfruttate al 2 %. E zero idee. 

Le Syndicat sono degli eroi, ne rappresentano l'esatto contrario, non solo in quanto anticipatori di vari approcci alla sperimentazione o perchè tra gli esempi più limpidi del concetto di 'sottosuolo musicale', più che altro il loro testamento è tutto quello che si chiede all'elettronica, al rumorismo, all'industrial. Suona inglese, nel senso di sperimentale-post-industriale-concettuale, collag-istico, grigio, barbaro, ma espone la classe, la pulizia, i geometrismi e la precisione che hanno fatto grandi i loro maestri, i profeti francesi di quella musica concreta a cui l'industrial stessa inizialmente si rifaceva, figure leggendarie del calibro di Pierre Henry, Bernard Parmegiani, Pierre Schaeffer, Francois Bayle.

Identificabile come un esplosivo mix tra i Throbbing Gristle, il muro di rumore dei primi Controlled Bleeding, il minimalismo astratto dei Zoviet France, l'impeto nichilista di Maurizio Bianchi e i concretismi di Parmegiani "Rectal Strugle" è comunque largamente incatalogabile e raffigura al meglio i loro eccessi, l'estetica stessa dell'industrial più pura, cosa davvero significhi sperimentare e un bel calcio in culo alle puttane dell'industria musicale, all'immagine, al marketing, ai NIN, ai rock idols, ai riciclatori e alle major travestite da indipendenti. Oltre tutto suona almeno vent'anni avanti: rumore ritmico, metallo, dissonanze terrificanti.. registrazioni vocali di qualità squallida, filtraggi abrasivi, asprezze lo-fi.. follia percussiva, nastri completamente annientati, droni sconvolgenti, sinfonie del caos. Tanto altro ancora, ma più semplicemente una tappa fondamentale per la musica industriale e l'elettronica più free. Un punto di riferimento per approcciarsi al sindacato del rumore e abbracciarne la magniloquente arte.

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