Leggenda narra di un loro antico e illustre concittadino che con la sola imposizione delle mani fosse in grado di moltiplicare pani e pesci, debellare mali incurabili e camminare sulle acque, per cui Samir, Wissam e Adnan, ovvero i Fratelli Joubran da Nazareth vantano significative credenziali in materia miracolistica.
Ancorchè si possano nutrire dubbi sul fatto che l’arcaicamente moderno tappeto sonoro intessuto artigianalmente in questo sesto album del fenomenale ensemble palestinese, la sincerità e la purezza dei suoni mediterraneorientali che scaturiscono dagli oud accarezzati dal trio, il tambureggìo agreste di notturne e pulsanti percussioni sparse e una fantasmatica voce dal profondo deserto (Dhafer Youssef) siano in grado di ridonare vita al trapassato Lazzaro, è assolutamente fuori di dubbio che riescano a produrre pieno et duraturo beneficio in chi ha la fortuna di intraprendere il medesimo, prodigioso, tragitto.
Nota insensata: nei frangenti meno notturni sembra di sentire una versione deflamencata del guitar-trio delle meraviglie Di Meola/De Lucía/McLaughlin, in salsa mistico-arabeggiante.
Carico i commenti... con calma