Partiti alquanto male nel 2003 con un singolo, "Dedicato a te", ideale per la colonna sonora di un film di Moccia (ho esagerato?), i milanesi Le Vibrazioni hanno via via dimostrato, specialmente con il terzo album "Officine meccaniche", di non essere solo una band da classifica, ma qualcosa di più. Certo, non potranno giammai piacere a chi ascolta esclusivamente rock (nel senso più puro del termine) , ma personalmente li reputo una valida band pop - rock.

"Le strade del tempo", uscito il 22 Gennaio 2010, è il loro quarto album in studio. Undici brani piacevoli, nessun evidente calo di tono e qualche apice veramente interessante.

Le tre traccie iniziali ("Va così", "Parlo col vento" e "Senza indugio") , sono indubitabilmente delle possibili hit, ma risultano credibili e trascinanti. "Respiro", primo singolo, è un lentone dallo spirito nostalgico, composto fra pianoforte e archi comincia a manifestare l'evoluzione della band, che mai prima d'ora aveva sperimentato simili orchestrazioni. La seguente "E volar via", pur essendo carina ed orecchiabile, è una canzone che avrei scartato, la ritengo slegata da tutto il resto, un riempitivo evitabile. La title track ci inoltra in ambienti più alternativi, l'uso di synth ed un crescendo frizzante fanno si che sia assolutamente riuscita e lo stesso dicesi per la brillante "Oggi no".

La tracklist prevede a questo punto gli apici di cui vi dicevo all'inizio della recensione.

"Le sirene del mare": parte dolcemente con le note di un arpa, per poi essere sconvolta da un groove mortifero che accompagna l'intero brano. Sorprendente.

"Malie": è il gioiello dell'album ed anche il miglior pezzo mai composto dalla band, un rock classico valorizzato da un prolungato assolo di chitarra. Notevole.

"Ridono gli dei": è il pezzo più lungo, con i suoi sei minuti , riesplora quei territori vagamante progressive del precedente album. Invitante.

Questi tre passaggi forse convinceranno i soliti denigratori sulle abilità di questi ragazzi. Lo spero.

L'epilogo tocca alla riflessiva "Come ieri", un omaggio a quei fan che li hanno costantemente sostenuti in questi anni.

Un lavoro che migliora ascolto dopo ascolto e difficilmente annoia. Sound e arrangiamenti eccellenti. Nota di merito per la performance vocale del bravo Francesco Sarcina, decisamente in forma, ma anche il resto della band si attesta su standard ammirevoli.

Le Vibrazioni : una delle poche realtà del mainstream italico che merita il successo.

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