Seconda fatica in studio per Liv (la grande ex dei Theatre Of Tragedy) e la sua band che tornano dopo il bel debut album “Lovelorn”, che come si intuisce dal titolo è incentrato soprattutto sulla storia dei popoli della sua Norvegia. Mentre lo ascolto devo ammettere che i Lacuna Coil insieme ai Within Temptation hanno fatto scuola in questo tipo di metal.
Non me ne vogliano i fans, ma il disco è molto influenzato dall’ultima fatica del sestetto olandese “The Silent Force”. Bisogna anche ammettere che il mercato è talmente saturo di queste band che si scopiazzano l’un l’altro, e in un genere come questo dominato da band importantissime come Nightwish, Epica, Within Temptation e Lacuna Coil è difficile orientarsi con i vari After Forever, gli stessi Leave’s Eyes, Edenbridge ecc. Ora non voglio dire che questo disco sia tutto da buttare ma sicuramente non presenta nulla di originale di quanto gia proposto dai gruppi sopracitati.
L’album si apre subito con la title-track molto epica e Liv dopo aver dato sfoggio delle sue qualità canore ci fa sperare per il meglio, ma poi invece che cosa succede??? Succede che si butta a capofitti in vocalizzi alla Sharon Den Adel come in “Elegy” oppure “Solemn Sea”, ogni tanto si sente il cantato growl (sembra più uno col mal di gola) marchio tipico dei dischi di decine di band operanti in questo genere. Anche i lenti non sono tutto questo granchè, sono un misto tra Within e Nightwish e a volte risultano noiosi. Alla fine dell’ascolto non rimane granchè solo una manciata di canzoni, 12 per la precisione, molto commerciali, carine da ascoltare ma niente di più. Speriamo in meglio per il futuro. Il voto lì sotto è per la produzione, ovviamente incentrata sulla bella Liv e per la copertina del disco.
Intanto torno a sentirmi “The Silent Force”...
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