"Signori e signore, buonasera. Benvenuti a 3 ore di follia".

Robert Plant non sbagliava proprio quando con questa frase apriva i concerti dei Led Zeppelin nel 1977, durante la loro undicesima e ultima (purtroppo; ma nessuno poteva immaginarlo) tourneè americana. L'attesa era enorme: i Led Zeppelin mancavano da due anni dalle scene e l'annuncio del loro ritorno aveva destato grosso scalpore. La tourneè partì l'1 aprile e fu subito chiara una cosa a tutti: i Led Zeppelin erano ancora la più grande live band del mondo.

E lo show del 27 aprile a Cleveland che è stato registrato su questo bootleg doppio (sono 2 cd), ne è un'ulteriore conferma. Una performance eccellente, canzoni suonate in un modo pesante, misterioso e distruttivo, da cui appunto il titolo, "Destroyer". La registrazione è ottima, tranne che per un paio di canzoni. E, cosa interessante per cui vi consiglio vivamente di procurarvi questo bootleg, il repertorio spazia a 360° tra tutti gli album degli Zep: si va da "White Summer/Black Mountain Side" fino a "Nobody's Fault But Mine" dall'ultimo album che gli Zep avevano pubblicato fino ad allora, "Presence", del 1976. Il bootleg, che riflette più o a meno la scaletta dello show, si apre, nel disco 1, con "The Song Remains The Same". Seguono l'aggressivo medley "The Rover/Sick Again", un'energica "Nobody's Fault But Mine", la maestosa "In My Time Of Dying" (in cui alla fine Plant accenna insieme alla chitarra di Page "You Shook Me"), "Since I've Been Loving You", una fantastica e spettrale "No Quarter" di oltre 20 minuti, e una perfetta "Ten Years Gone", che chiude il primo disco. Nella mia edizione (il bootleg è stato ristampato più volte) la registrazione di "Since I've Been Loving You" è molto scadente, tanto che la chitarra e la voce si sentono a stento.

Il secondo disco comincia con il set acustico, allargato a 4 canzoni. Si parte con il frizzante mandolino di Page che fa da introduzione a "The Battle of Evermore", suonata in un modo mistico che si addice perfettamente alla canzone. Jones è la seconda voce, ma il suo timbro nasale risulta del tutto inadeguato. Poi la dolce "Going To California", un'allegra e spensierata "Black Country Woman" in versione ridotta che sfocia nella spumeggiante "Bron-Yr-Aur Stomp".

Chiuso un set se ne apre un altro, con Page ancora protagonista: il medley "White Summer/Black Mountain Side" che si collega alla monumentale "Kashmir", eseguita da tutti, soprattutto da Plant, in maniera perfetta. Poi la scena è ancora tutta per Page, che senza gli altri 3 si esibisce in un lungo assolo comprendente una lunga parte con l'archetto di violino e una beffarda interpretazione dell'inno americano, cavando fuori dalla sua Gibson Les Paul tutti i suoni possibili e immaginabili. Si passa poi all'epica maratona "Achille's Last Stand" in una delle sue versioni migliori, per arrivare alla chiusura dello show, la canzone che tutti aspettavano: "Stairway To Heaven". Purtroppo la registrazione non è delle migliori, e la Gibson doppio manico di Page si sente bene solo durante il mitico assolo. L'esecuzione è buona, ma una cosa abbastanza discutibile è il fatto che dopo l'assolo la chitarra di Page si fermi e lasci il posto al piano di Jones durante tutta l'ultima parte, disperdendo così il pathos e l'emotività che il finale della canzone trasmette.

Poi ci sono i bis: la sempre spumeggiante "Rock And Roll" e il secco funky di "Trampled Under Foot", che chiude l'ultimo disco. Mancano i due cavalli di battaglia dei Led, "Dazed & Confused" (sostituito dall'assolo all'archetto di Page) e "Whole Lotta Love" (che veniva eseguita come bis, ma che non si trova su questo bootleg). Bisogna però pensare che per eseguire due nuove canzoni come "Achille's Last Stand" e "Nobody's Fault But Mine" (non canzoncine) si doveva eliminare qualche pezzo vecchio o spostarlo come bis. La cosa potrà lasciare un po' stupiti all'inizio, ma vi assicuro che alla fine non rimpiangerete assolutamente la mancanza dei due brani. La grinta, la rabbia, la determinazione e l'aggressività con cui sono eseguite tutte le canzoni sono impressionanti, se si pensa che sul palco ci sono solo quattro persone, di cui una è un cantante.

"Destroyer" è un ottimo bootleg di uno show eccellente e vi permette di ascoltare la potenza dei Led Zeppelin dal vivo. Sembra quasi che i ragazzi sul palco sfoghino la loro rabbia per gli avvenimenti strani che stavano accadendo in quella tourneè liberando tutta l'energia negativa che quei fatti avevano portato, nonostante l'enorme successo di pubblico (c'era dovunque il tutto esaurito) e incassi.

La morte del figlio di Plant, il 26 luglio, che porterà alla brusca interruzione della tourneè, sarà solo la punta dell'iceberg di una fine imminente già annunciata, ma che all'ascolto del bootleg pare ancora molto lontana, se non impossibile.

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