A distanza di oltre venticinque anni, il giornalista/biografo/romanziere, Stephen Davis, torna a raccontare i Led Zeppelin. Come sempre lo fa a modo suo.

Bisogna ammettere un pochino di scetticismo, nel credere che le memorie di queste 190 pagine, provengano da tre quaderni persi per strada oltra trent'anni fà e "miracolosamente" ritrovati, solo di recente. Il libro di Davis può essere visto sotto due punti di vista; chi ha già letto il best seller IL MARTELLO DEGLI DEI, troverà buona parte del materiale presente su  LZ '75, piuttosto risaputo, al contrario chi conosce da lontano la favolosa avventura del dirigibile, non potrà che appassionarsi (soprattutto gli amanti delle biografie rock). La vera sorpresa stà nella seconda parte del libro, quando Davis, ci lascia finalmente entrare in quel mondo, pieno di rock, alcol, droghe e groupies. Anche alcuni aneddoti presenti sulla precedente biografia, trovano in questo libro, maggiore spazio e approfondimento. Il clou, è rappresentato dalle brevi, ma interessanti interviste separate, a Page e Plant, offrendone come sempre, un suo personale (ma interessante) ritratto.

All'interno del libro, sono presenti alcune foto bianco e nero della band on stage, e alcune inedite istantanee, scattate da un giovane fotografo, amico del giornalista.

Libro non imprescindibile, ma consigliato.

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