"No alla politica e alla religione. Sono loro a mandare i giovani a morire. Il rock'n'roll, invece, non tradisce". Ian Fraser Kilmister, detto Lemmy.

15 Novembre 1982, sono andato a controllare la data. I miei amici più grandi Claudio e Agostino mi dicono che vorrebbero portarmi ad un concerto. Così organizzo una delle miei prime balle-fughe da mia mamma. Non ricordo quale scusa posso aver trovato per tornare sicuramente tardissimo a 15 anni senza dire che andavo ad un concerto con quei due. Perché non sarebbe stato proprio il massimo per un genitore; sapere che il proprio figlio adolescente era in giro con due ventenni "noti" tossicodipendenti. Il "Babbo" e "Ago" però erano i primi a volermi lontano da quella robaccia che li stava rovinando, ma ovviamente mica mamma ci avrebbe potuto credere. Comunque le uniche cose che ricordo e' che ci trovammo in bar e andammo a Reggio al palazzetto dove suonavano questi "Motorhead"; poca gente, forse alcune centinaia di persone, ma invasate all'infinito. "Scusate ma che tipo di musica fanno, io ho sentito solo un casino assurdo" queste, grosso modo, le mie parole ai due ragazzi a fine concerto. Claudio sta bene, Agostino ci ha lasciato pochi anni dopo (rip).

Se il primo approccio con Lemmy non fu proprio esaltante, poi quest'uomo divenne, col passare del tempo, una delle persone da me più ammirate nel campo musicale e non solo.

Lemmy ha la "faccia giusta", le espressioni sono sempre spontanee e quando parla e' molto chiaro, diretto. Dalla faccia si capisce una persona: può essere "normale", perciò da decifrare in modo più approfondito, viscida e ingannevole (purtroppo sono sempre di più) di uno che vorrà sempre incularti bene a modo, o può essere la "faccia giusta", quella vera, che non mente, di cui sai già ti potrai sempre fidare (purtroppo sono sempre di meno). Lemmy ha la faccia giusta!

"...mangia tutte queste terribili cose vegetariane, verdure, frutta e noci. Quella merda non fa bene! Gli esseri umani sono carnivori: basta guardare i nostri denti! Il nostro apparato digestivo non e' fatto per digerire cibo vegetariano. Ti fa scoreggiare in continuazione sballa la tua flora intestinale. Essere vegetariano non è realistico: è per questo che le mucche hanno quattro stomaci mentre noi ne abbiamo uno solo. Pensateci. E non dimenticate: Hitler era vegetariano!"
Ecco, per dire; che uno sia d'accordo o no, e' abbastanza chiaro come la pensi.

Se già la faccia mi rassicurava, il suo libro conferma quanto era "bello" Lemmy.
In questa società ipocrita, falsa, egoista, legata al vil denaro e al potere, menefreghista di tutto e tutti, una persona come lui diventa, purtroppo, un'eccezione. Quei valori che dovrebbero rappresentare la normalità per un essere umano sono diventati una rara, stupenda virtù da conservare in chi le possiede e le manifesta con naturalezza e convinzione.

Impossibile raccontare del libro in poche righe, perché la vita di Lemmy e' da ricordare e da sottolineare in ogni suo dettaglio. Quest'uomo ha vissuto più di cinquant'anni immerso nel rock'n'roll. E' stata la sua vita, la sua famiglia, la sua passione come è accaduto a pochi altri, forse a nessuno.
Non ha in pratica avuto una famiglia vera, ha cominciato a girare da ragazzino ed a voler vivere una vita quale poi è stata; poteva essere anche senza successo, sarebbe andata bene ugualmente. La forza e l'unicità di Lemmy sta nell'aver preso questa vita nell'unico modo in cui andrebbe considerata; un viaggio in cui è inutile prendersela, abbattersi o avere traguardi prefissati da raggiungere, ma viverla come viene e soprattutto facendo ciò che piace. "A tutto c'è una soluzione", amava ripeteva nelle situazioni più critiche in cui si è trovato.

Da subito folgorato dal rock'n'roll, da Little Richard, Buddy Holly, Johnny Kidd and The Pirates e dagli amatissimi Beatles (non vi svelo altro) vive come un "dosser" per tantissimo tempo (ma a lui piaceva tantissimo!), suona nelle prime band, lavora come "facchino e trovarobe" e non roadie, precisa, per la Jimi Hendrix Experience e suona in un album con quello strano soggetto di Sam Gopal. Poi il primo assaggio del successo degli anni negli Hawkwind; il capitolo con la space rock band è un aneddoto continuo di personaggi e situazioni che Lemmy ci descrive con la solita spontaneità e con dovizia di particolari. La stupenda caratteristica di questa autobiografia consiste proprio nel come Lemmy descrive le più diverse e, spesso, scabrose e deliranti situazioni che ha vissuto; droghe, alcol, sesso, risse vengono esposte con una naturalezza che è tipica di chi parla di ogni cosa senza la necessità di darne un rilievo particolare.
Alcune situazioni, come il rapporto con il figlio e quella con, forse, l'unica ragazza amata in modo viscerale, vengono toccate ma non particolarmente approfondite come il resto. A chiunque deve essere concesso il diritto di avere qualcosa di suo e solamente suo. A Susan Bennett è dedicato il suo libro, basta questo direi.

"Una cosa di cui sono davvero contento è di aver vissuto gli anni Sessanta. Chi non lo ha fatto, davvero non sa cosa si è perso. Raggiungemmo una certa consapevolezza, uno stile di vita, ed era molto eccitante - non c'era l'AIDS, la gente non moriva così spesso per abuso di droghe ed era veramente un periodo di libertà e cambiamento. Gli unici momenti in cui ho vissuto una vera ribellione sono stati gli anni Cinquanta, Sessanta e l'inizio dei Settanta. Il resto potete tenervelo. I ragazzi di oggi assomigliano molto di più a quei genitori a cui, una volta, cercavamo di opporci. Probabilmente finiranno per allevare a loro volta una generazione di sconvolti. Noi abbiamo cresciuto una generazione di agenti immobiliari, una stirpe di maledetti contabili. Dio sa come sia successo. Credo che sia perché molte persone si sono arrese".

E poi inizia la storia quarantennale con la sua creatura: quei "Motorhead" (una band blues e rock'n'roll ci tiene a precisare!) a cui dedicherà anima e corpo, che saranno la sua vita. Il ricordo di tutti i suoi compagni di percorso, i concerti più belli o particolari, gli album ma soprattutto la vita "on the road". Lemmy viveva per i concerti, per il viaggiare, la band era la sua famiglia, l'autobus la sua casa. Donne, droghe e alcol erano, ovviamente, elementi fondamentali in questa sua vita.

Lemmy aveva un cuore d'oro, se poteva aiutare qualcuno ne era felice. Era modesto, leale, un uomo della gente. L'antitesi della rockstar altezzosa. Adorava i suoi fans, erano parte di lui. L'ultima cosa che avrebbe voluto sarebbe stato deluderli. E' per questo che fino ad un mese prima della morte, nonostante un fisico che negli ultimi due anni aveva presentato il conto (irrimediabile) dei precedenti cinquanta (Lemmy non aveva mai avuto niente di serio, praticamente un caso da studiare scientificamente!), appena aveva un minimo di forze, saliva sul palco.

Omofobo, razzista, nazista, misogino: le menzogne più infamanti che ogni tanto venivano associate alla sua persona. Basta leggere per capire di che cazzate stiamo parlando; chi lo conosceva poi, sapeva già ampliamente della falsità di queste "accuse". Se c’era un qualcuno che amava e considerava le donne era lui; ovvio che se le sarebbe scopate tutte o quasi ma lo diceva tranquillamente ed infatti tutte adoravano questa sua schiettezza. Non gliene poteva fregar di meno di orientamenti sessuali o colore della pelle. Un coglione era un coglione, nero o bianco, gay o etero, chiaro no?!
E la storia del nazista fa veramente ridere (ama la Germania ma per tutt'altro motivo e adora collezionare tutto della seconda guerra mondiale). Ma vi "dice" tutto lui, mentre vi racconta la sua vita avventurosa, vi parlerà di tutto. Perché poi, dietro quella faccia da figlio di buona donna, c'era un uomo saggio ed arguto, "con una conoscenza della storia mondiale che avrebbe fatto impallidire la maggior parte dei professori" (cit).

Ovviamente in queste 350 pagine avrete una buona dose di storia del rock e da uno che l'ha vissuto in prima linea, ma per davvero. Leggerete di tanti artisti, musicisti con cui Lemmy ha avuto a che fare in questo suo splendido viaggio.

"Se pensate di essere troppo vecchi per il rock'n'roll, allora lo siete. Questo succede sempre ai musicisti: li vedi sul palco e sembrano bravissimi e tutto, però sembra quasi stiano tenendo d'occhio l'orologio: "Non abbiamo ancora finito? Dobbiamo tornare da mogli e bambini". Il motivo per cui il rock'n'roll è un fenomeno legato ai giovani è ovviamente dovuto al fatto che sia stato inventato dai giovani. Poi, però, quei giovani sono invecchiati e la loro mentalità è cambiata: sono diventati più ansiosi di essere accettati ed omologati. Personalmente non ho di questi problemi perché so che non verrò mai accettato ed omologato, nemmeno nel rock'n'roll! Sono sempre stato un outsider, sin dal primo momento. Ma a me va bene così - qualcuno deve pur farlo"

Grazie Lemmy, stima e affetto a manetta per te sempre!

Ps: Lemmy finisce di scrivere il libro nel 2002. Nella ristampa tradotta in italiano nel 2016 vi e' un resoconto degli ultimi anni, fino alla morte, scritto da Steffan Chirazi. Steffan ora è un giornalista musicale importante che iniziò la propria "carriera" quindicenne, quando chiese un intervista a Lemmy per il giornalino della scuola. Non solo Lemmy concesse l'intervista (ma chi altri avrebbe cagato un ragazzino di 15 anni?!?), ma lo fece restare tutta la serata mentre registrava a parlare (e bere). Nacque un' amicizia che durerà sino alla fine. Ecco questo era Lemmy. Il capitolo dell'ex ragazzo è bellissimo e commovente.

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