Siccome sono momentaneamente giunto alla conclusione che odio scrivere recensioni e che nella musica nulla abbia senso se non il jazz dal 1956 al 1963, ho pensato fosse coerente con questa linea recensire il sopraccitato disco del sopraccitato gruppo di rock.

Per chi non lo conosce è un gruppo misto franco-italiano che si avvale dell'aiuto di un ampio gruppo di musicisti tunisini e che canta in francese e dà sempre ai suoi album un nome formato da quello di due città scelte con criteri penso variabili e comunque difficilmente intellegibili, a testimoniare l'apertura della loro musica e il fatto che sono molto internazionalisti - non classisti né troppo borderline, ma comunque si sente che son socialmente criticoni e bohemien nello spirito.

Per darvi un'idea, "Beja - Beijing", uscito quasi un anno fa e penso (penso) solo in formato digitale, presenta le squadrature, la tribalità e le dinamiche di gruppi come Uzeda o comunque scuola Steve Albini, ma meno hardcore e più ricercato, con un piglio noise e un'anima alternative più vicina all'immaginario di gruppi tipo Sonic Youth, poi la passione per i testi mezzi parlati e gli strumenti legati più a musiche tradizionali, che uniti all'urbanità e decadenza di 'sto tipo di musica son molto sfiziosi. Però il progetto di un math-rock/art-rock rumoroso e dal carattere mediterraneo - che a dirla tutta è proprio una figata di idea, anche perché di tradizione musicale mediterranea non ne sento parlare così spesso nella musica underground (se voi invece ne sentite parlare, consigliatemi), tralasciando il rinnovato successo della tarantella dura e pura, le ragazzate tipo tunza-taranta, electro-balcanica e tutte quelle menate che io pure ballo, ma con superiorità - insomma il progetto di ampio respiro, a mio avviso molto convincente, e protrattosi almeno fino al 2008, è leggermente calato. Ha prevalso la linea di basso e la schitarrata, pur sempre uniti alle trame mediterranee, scale modali, arabe, dulcimer (ascoltate "Bogazici" che è sbunnatissima), violini eccetera. In ogni caso il risultato non l'ho trovato per nulla deludente, anche se questo disco si incasella complessivamente più in un revival anni '90 con spinte oltremare che in un atto di mediazione tra avanguardismo e beceraggine da CBGB.

Torno a consigliarvi in primo luogo ciò che è stato prodotto negli anni '00, se siete interessati a lasciar correre la fantasia, ma se domani vi alzate e vi sentite europei, artistici, decadenti, ma anche un po' incazzatelli è comunque molto ochèi.

Carico i commenti...  con calma