Il mondo della musica di questi tre ragazzi Norvegesi è quanto di più triste e disperato io abbia mai visto ed ascoltato.
Formatisi nel 1995 nella fiorente Oslo, Tor Magne S. Glidje, John Robert Mjåland e Ole Halvard Sveen decidono da subito che la loro creatura, i Lengsel, deve essere qualche cosa di più di una semplice band black metal, deve essere una band capace di coinvolgere emotivamente l'ascoltatore e trasportarlo assieme a se in un mondo disperato, triste, oscuro ma che alla fine riesce a trovare un qualche cosa di buono: ecco che nasce così nel 2000 "Solace". Il risultato è qualche cosa di fenomale, bellissimo, dotato di un mood nero, nel quale si scorge al centro una forte luce, simbolo di liberazione.
Musicalmente gli 8 brani presenti all'interno del disco, per un totale di 43 mintui e 25 secondi, si presentano tutti estremamente complessi, tanto da sfociare di sovente in una sorta di progressive black metal, che trova tra i suoi principali ispiratori non solo band quali Immortal o Cradle Of Filth (quelli dell'epoca di "Dusk...And Her Embrace"), ma anche, e direi soprattutto, artisti come Pain Of Salvation o Andromeda, specialmente per quanto riguarda alcune aperture melodiche, nelle quali si fa pesante l'influenza progressiva, ne è esempio la splendida "Revival", che alterna sfuriate black pesantissime a momenti decisamente più rilassati e rilassanti, nelle quali fanno la loro comparsa voci pulite, continui cambi di tempo, parti strumentali complesse e mai banali e soprattutto strutture articolate in maniera da trasportare l'ascoltatore nell' universo della band.
Stesso dicasi per la terza "Opaque", forse la migliore del lotto: un black metal estremamente tecnico, nel quale complesse linee di basso e gli scream avvelenati di Tor sposano alla perfezione una base melodica totalmente devota alla velocità, con riff di chitarra taglienti e con una batteria sullo sfondo che si rivela sempre pronta a compiere gesta di grande valore. Senza che sto qui a tediarvi inutilmente con una completa revisione di tutte le tracce, sappiate che il resto dell'album continua più o meno sugli stessi binari, con l'aggiunta di alcuni momenti in cui si fanno pesanti anche atmosfere gothic (l'introduzione di "Coat Of Arms" ne è l'esempio più lampante) ed altri in cui fanno la loro comparsa brevi stacchi acustici.
Per quanto riguarda la prova di ogni singolo elemento qui c'è davvero da restare stupiti, ognuno dei tre sfodera infatti una performance eccezionale (specie il bassista, sempre intento a salire e scendere con le dita sulle corde del basso), del tutto priva di sbavature, mostrano un livello tecnico invidiabile, ma anche una grande maturità compositiva, nonché un grande spessore in fase di song-writing.
Nulla da eccepire dunque, bisogna solo ascoltare ed essere pronti a compiere un viaggio che se parte dall'inferno, vi assicuro (in tutti i sensi) finisce in paradiso, e se date una piccola occhiata alle liriche vi accorgete anche del perchè.
Line-up:
Tor Magne S. Glidje - Voce e Chitarre
John Robert Mjåland - Basso
Ole Halvard Sveen - Batteria, Chitarre Acustiche, Tastiere
Track-list:
01) Solace (1:04)
02) Revival (6:15)
03) Opaque (4:16)
04) Hours (7:05)
05) Coat Of Arms (5:58)
06) Stille Dualisme (5:47)
07) The World Monotone (6:20)
08) Avmakt (6:34)
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