Altro che la solita zuppa!!

Forse il più riuscito della saga dei 4 fratelli più irriverenti e scoppiati della storia del Cinema, “La Guerra Lampo dei Fratelli Marx” del 1933 (“Duck Soup” in originale) rappresenta un vero e proprio Inno alla Comicità Dura & Pura, scevra di sovrastrutture ideologiche e psicologiche tanto care alla moderna comicità post-sessantottina (vedi alla voce Woody Allen) e al tempo stesso una feroce satira a ogni tipo di dittatura (erano gli anni dell’iminente entrata in guerra dell’Europa che si apprestava a difendersi dagli attacchi della Germania e che sfoceranno da lì a poco nella Seconda Guerra Mondiale), tema per altro ripreso dal più famoso Charlie Chaplin nel suo “Il Grande Dittatore”.

Si parla qui dello staterello chiamato Freedonia (da “free=libero”, in pratica “il Paese della Libertà”) e di un tal Rufus T. Firefly (Groucho) che ne diventa controvoglia il dittatore. Ma una serie di “nemici” cercano di rovinare i piani: due spie nemiche sconclusionate e folli (interpretate da Chico e Harpo), un cantante simil tenore romantico ma abile a suo modo (Zeppo) e un vero “cattivo” a 360 gradi (L. Calhern).
Questa “zuppa d’anatra” è un vero e proprio concentrato dei generi che andavano per la maggiore in quel periodo: l’operetta, il musical, le gags satiriche e le invenzioni comiche surreali al limite del non-sense.

Vero e proprio mattatore, come sempre del resto, è la figura poliedrica e surreale di Groucho, che ha dato vita a vere e proprie bibliografie sulla sua vita, la sua opera e il suo pensiero davvero “trasversale” e sicuramente “avanti” per l’epoca, ancor oggi modello pressochè insuperato per molti comici che dal suo repertorio hanno attinto a piene mani (da non perdersi per nulla al mondo le sue Lettere pubblicate da Adelphi).

Riporto di seguito alcune battute che restano memorabili per la loro follia assolutamente geniale:
"Prenda una carta. La può tenere, ne ho altre 51"
"Eccellenza, sta sparando ai suoi uomini!" - "Oh. Ecco, tieni 5 dollari, non dirlo a nessuno. No, è troppo, ridammeli, dillo pure a chi ti pare."
"Questi piani sono semplicissimi, li capirebbe anche un bambino di 4° elementare. Trovami un bambino di quarta elementare, io non ci capisco nulla."
"Siamo tre uomini ed una donna sotto assedio, mandateci dei soccorsi! E se non trovate i soccorsi, mandateci almeno altre due donne."

A questo si aggiungono le continue trovate “coreografiche” del duo Chico & Harpo, da veri e propri clown circensi sempre pronti a beccarsi, rincorrersi e inventare numeri acrobatici che rivisti oggi sembrano quasi naif.
Certo, aldilà delle traduzioni in italiano di certi idiomi e di certe sfumature di pronuncia che ne diminuiscono la carica goliardica originale, questo film rimane un vero e proprio “stravolgimento” del comune senso logico, con interventi a raffica di Altissima Stupidità (detta in senso buono) del nostro gruppetto anarchico insurrezionale che riesce a destabilizzare il film in un sistematico smantellamento dei canoni di bellezza, stile e buongusto a cui il cinema dell’epoca ci aveva abituato.

Un film assolutamente “unico” e irraggiungibile che gli stessi Fratelli Marx, non riuscirono più a duplicare in quanto a coraggio, freschezza d’idee e inventiva, regalandoci però uno dei più grandi Capolavori dell’Ars Comica di tutti i tempi.

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