In questi tempi così rapidi e veloci, dove tutto arriva e svanisce rapidamente, non è chiaro se la regola che il secondo album sia quello decisivo, è ancora valida. Ma ascoltando la maturità raggiunta da Leon, vero nome Simone Perron, in questo nuovo album, il secondo appunto, noi speriamo di si. Inoltre viene da chiedersi se i silenzi delle montagne valdostane, che lo hanno visto crescere, anche come artista, siano fonte d’ispirazione così forti. Infatti “Gli eroi muoiono” si evolve in dieci canzoni, di cui quattro nel linguaggio omaggiano la confinante Francia, che sono carezze e pugni nello stomaco, con un’ironia che mi ha ricordato Daniele Silvestri, da cui il nostro eredita anche una certa eleganza mista a sarcasmo. La definizione cantautore sembra persa nei meandri della memoria della canzone italiana, tesa a raccogliere, improbabili consensi altrove, ma “Chiamami”, “Favole nere” e “Tu dans” hanno i numeri per risvegliare interesse intorno a questo ruolo. Se poi qualcuno decidesse di passare in radio e televisione “Generazione choosy” potrebbe scoppiare la Leon-mania. Sarebbe un gran divertimento.

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