Sono finito qui perché avevo voglia di leggere, e mi ritrovo a scrivere. E allora mi faccio coraggio e ci provo.
La memoria non è freschissima, Holy Motors esce ufficialmente nel 2012, io l'ho visto nel 2013, a noleggio, su consiglio dell'Internazionale.

Ma questo non è importante. Ogni aspetto che caratterizza questo film è intatto nella mia mente, come una visione. Difficile entrare subito nel mood della pellicola, se quello che ci si aspetta è un film lineare; nel mio modestissimo modo di vedere le cose, bisogna distinguere quando un regista ci sta parlando, e quando un regista ci sta trascinando per i capelli. Se non si è abituati a fare questa distinzione i giudizi e le analisi sono solo critiche. Vuote. Se si oppone resistenza, se la mente oppone resistenza, questi tentativi di coinvolgimento possono infastidirci, e far prevalere noia e superbia su ogni buona intenzione dell'artista.

Se c'è un messaggio preciso non me lo sono chiesto e non lo voglio sapere, io ho fatto il mio viaggio, ho potuto godere della cura estetica in ogni immagine, ho testato con mano il futuro, ho provato l'amore, la commozione, ho provato disgusto, ho vissuto assieme al protagonista la sua giornata, ho rivisto mio padre, ho ballato.

Anche se in fondo si rivelasse un'accozzaglia di immagini a caso, per me è come frullare delle opere d'arte e berle, per me è stato bellissimo punto e basta.

Non me la sento di consigliarlo, di condividerne la bellezza estetica e interiore, questo sì.

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