É bello e pure facile scrivere recensioni di musica nuova ai nostri uditi, cogliendo le emozioni che percepiamo all'apice di gradimento di un album che avviene dopo un numero imprecisato di ascolti. Non é questo il caso. Questo é un disco giá vecchio per me. E se da un lato le emozioni che mi trasmette si sono raffreddate col tempo, dall´altro sono sicuro di non imbattermi in un ingannevole entusiasmo che a volte porta a sopravvalutare alcuni lavori. Oggi sono mosso da un´ incontenibile volontá di condividere e poi, non lo nascondo, non riesco a passare troppo tempo senza scrivere qualcosa su Debaser, ormai é un vizio.
E allora tiro fuori una preziositá che ho nel cassetto da molto tempo; questo CD de Les 4 Guitaristes de l'Apocalypso Bar (ReR), che raccoglie i loro due unici album, "World Tour" (1989) e "Fin de siecle"(1989}, il primo dal vivo e il secondo in studio.
Loro vengono da questo strano posto chiamato Quebec, dove vive un popolo che non sembra voler accettare la dominazione culturale anglosassone e ne confondersi con il resto del territorio canadese. Conosco pochissimo l'argomento, ma il tutto transpare chiaramente dall'approccio culurale di questa crema di musicisti che conosco, posta ai confini dei generi musicali, seguendo la scia di movimenti come il RIO e le avanguardie del rock. Un forte messaggio politico in questo senso lo troviamo nel caldamente consigliato e ricchissimo lavoro di René Lussier "Le tresor de la langue", album che amerei veder recensito in questo sito.
André Duchesne si situa al comando dell'operazione e si incarica di scrivere la maggior parte delle composizioni. Non vi annoieró con elenchi di nomi, é andró subito al sodo: quartetto di chitarre accompagnato da basso e batteria. Formazione insolita e difficile da gestire, che in questo caso, dá risultati strabilianti che, senza usare inutili tecnicismi o ricerche strutturali innovative, arriva subito al suo fine; dare sostegno e forza alle composizioni, che sono a mio sentire il vero cuore dell'operazione. Non troviamo quindi strutture ostiche e angolari come nel Fred Frth Quartet, né la pulizia delle sottili circolaritá frippiane dei suoi progetti chitarristici, ma una calorosa compattezza che non disdegna una certa ruviditá e asprezza del suono. Un capolavoro per il giusto equilibrio di tecnica e sentimento e per la ricercata singolaritá del progetto.
"Strange music were composed; in bars electric quartets intrerpreted opuses dedicated to the Angel Hendrix, whose deep melodies, touching the very heart of the planet, could be heard by everyone pouring out of the windows of the house each night. And now, at the Apocalypso Bar, it is time to listen to the four guitarists..."
Andre Duchesne
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