Che Les Claypool sia oramai una figura di culto è cosa appurata. Che la sua arte e il suo genio, partendo dai Blind Illusion e arrivando ai Primus e ai suoi lavori solisti, siano riconosciuti globalmente (ma ancora non abbastanza, purtroppo) è risaputo. Ma fino a questo punto il buon Les non era mai arrivato.

Per coloro che non hanno ancora ascoltato il disco, quello che andrò ad esplicare sarà un semplice aneddoto, mentre per quelli che hanno già avuto la possibilità di sentirlo, forse spiegherà il perchè di alcune sonorità presenti nell'album. Le canzoni presenti in questo LP infatti, sono state commissionate a Claypool per formare la colonna sonora di un videogioco, "Mushroom Men", in cui un asteroide colpisce la Terra e dona intelligenza ai funghi, e ad un film intitolato "Pig Hunt". A detta dello stesso bassista, le atmosfere su cui avrebbero dovuto basarsi i suoi pezzi lo ispirarono a tal punto che "la musica mi usciva dai pori, non dalla testa". Ovviamente con delle premesse del genere, si può ben immaginare dove andrà a parare l'album in questione.

12 tracce allucinanti, allucinate e allucinogene, in cui la più che mai grottesca voce di Claypool accompagna, con testi che rimangono per tradizione sempre ironici e dissacratori ("Sir George Martin, Sir George Martin...What Would Sir George Martin Do?") delle musiche bizzarre e folli, che ingigantiscono alla massima potenza quelle già accennate e sentite nei lavori coi Primus, come ad esempio in "Over The Falls" e "Pork Soda"; il basso di Les rimane sempre al centro dell'attenzione da protagonista indiscusso (e non solo il basso elettrico: Les infatti suona anche il basso banjo, basso resofonico e whamola) e viene quantomai mutato, torturato e torchiato da Claypool, producendo suoni ed effetti assolutamente sui generis, ma sempre efficaci. Suoni audaci, eccentrici, di sicuro originali e particolari, ma che colpiscono nel segno. Diventa però, in qualità di recensore, difficilissimo descrivere a parole quello che ha partorito la mente di Claypool; ascoltare per credere.

La musica di Les diventa così sempre più personale, e mi azzarderei a dire che da questo album potremmo iniziare a parlare di "canzoni alla Claypool"; così come il bassista aveva già lasciato la propria impronta negli anni '90 coi Primus, da solista potrebbe davvero diventare perfino capostipite di un certo modo di fare musica, un approccio ed una tendenza che potrebbe acquistare sempre più ascoltatori e imitatori. Ma anche se non sarà così, questo "Of Fungi and Foe" rimarrà ugualmente l'ennesima dimostrazione della sfaccettata, complessa e meravigliosa arte di Leslie Edward Claypool.

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