"Tutte le famiglie felici sono uguali, ogni famiglia infelice è infelice a modo suo". Tolstoj, Anna Karenina.
Questo è uno dei migliori incipit della storia della letteratura.
Ho letto Anna Karenina quando avevo appena traslocato da una casa di 80 mq ad una del doppio. All’inizio mi sentivo così a disagio che andavo a rintanarmi in camera a leggere… Non riuscivo ad abituarmi agli ampi spazi. Mi sono goduta pertanto questo romanzo magnifico nella pace e nel silenzio più totale.
I punti di forza di Tolstoj sono nella leggerezza della narrazione, sia quando parla di amore che quando parla di politica o addirittura di agricoltura. Il romanzo è corale, i personaggi sono caratterizzati al massimo, di ognuno è fatto un attento esame psicologico e sociale.
Quando si parla di Anna Karenina o di Madame Bovary il bello è che questi due romanzi sono stati scritti da due uomini capaci di capire, intuire ed esporre in maniera superba l’animo e i tormenti di noi donne.
Anna Karenina a differenza di quella narcisista di Madame Bovary è una donna che ama sul serio. La parabola di Anna non è poi così lontana dalla mia. Ad Anna non manca nulla: posizione sociale, un figlio adorato e un marito che la ama per quello che è un po' frivola ma devota.
Il destino, durante una festa a Mosca porta la Karenina ad entrare nell’orbita del bellissimo e donnaiolo Vronskij. Il colpo di fulmine è reciproco. Da qui si snoda tutta la storia dei due amanti che incuranti di tutto e tutti si amano follemente fino ad arrivare al concepimento di una figlia. Anna viene ovviamente stigmatizzata da tutta la società, perde la patria podestà del figlio e vive una relazione di qualche anno con Vronskji. Quando tutto le crolla addosso comincia a fare uso di alcool e morfina ed infine si suicida buttandosi sotto un treno.
La parabola di Anna è attualissima e da spunto a profonde riflessioni. Come può una donna/madre/moglie riuscire a resistere a tutte le occasioni che le si presentano? Solo attraverso una scala di valori solida? Ma soprattutto come fa Tolstoj a scrivere un romanzo così futuristico?
Dopo qualche anno dalla lettura di questo capolavoro esce il film!
Allora, geniale la scenografia che porta la narrazione a cambi di scena teatrali. Magari non sbagliata la scelta di Keira Knightley come Anna Karenina ma tutto il resto è un vero disastro. Il marito è molto più affascinante del belloccio Vronsji… tutto è artefatto, la parte più bella del libro, ovvero la visita di Anna al figlio è banale e barocca. Il tutto si risolve in un breve polpettone che non ha nulla a che vedere con il libro.
Il messaggio del film è alla fine solo chi si “conforma” alle regole della società sopravvive, chi non lo fa “muore”, non è questo il messaggio di Tolsoj. Egli parla di amore! Quello serio che non da scampo, che fa mancare l’aria e la terra sotto i piedi.
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