Jef Whitehead (sì, con una F sola), aka Wrest, è il personaggio che si cela sotto il progetto Leviathan.

Leviathan è solito produrre un Black Metal ambientale, violento e misantropo, di chiara ispirazione Norvegese. Voi direte che sono aggettivi pluri-abusati per quasi ogni progetto/band Black Metal, ma bisogna anche saperlo distinguere: quello di qualità che ti fa proprio sentire dentro qualche esperienza oscura e quello senz'anima.

Questo disco è un'eccezione: una sorta di compilation di vecchio materiale, viaggiando a metà tra Dark Ambient ampiamente orientato sulle atmosfere create dalle chitarre distorte e qualche sprizzata che sa di Noise.

Equipaggiatosi di qualche pezzo di strumentazione elettronica e della tradizionale coppia chitarra/basso, Wrest impasta un vero e proprio viaggio depressivo, verso luoghi ignoti.

L'inizio è misterioso, in allerta, con le tetre e atonali chitarre di "Traveling Over The Ocean's Skull" e "It Comes In Whispers, Part II". Non siamo al sicuro e ne abbiamo la certezza nel suono del vento freddo che soffia incessante, ma soprattutto nei sussurri demoniaci di "Particular Dis-ease".

Si cerca una via di fuga ma gli alberi spogli sembrano muoversi, ipnotizzati dai versi di bestie notturne allora rallentiamo, mentre ritornano le cupe melodie di "Shimmering With Horn Of Woe". La paura cresce, i pensieri diventano sempre più negativi... cerchiamo un posto per nasconderci. Risuona "A Silhouette In Splinters" e affondiamo nelle nostre stesse lacrime.

Sta per arrivare la nostra fine, "Blood Red And True, Part 2 (A Spell To Vanquish Sea Serpents)" è presagio di non ritorno. Non c'è via d'uscita, il sole non darà più vita a nuovi giorni ed il cielo resterà per sempre nero.

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