Per quanto possa sorprendere, la prima cosa a saltar fuori da questo “As You Were”, debutto solista del quasi quarantacinquenne Liam Gallagher, è la vulnerabilità del proprio autore/interprete.

E’ stato lui stesso ad ammettere di esser stato praticamente costretto ad intraprendere il percorso solista (“non ho una band ma in qualche modo voglio andare avanti, anche se avrei preferito un nuovo album degli Oasis”) e di aver pienamente compreso i propri limiti in qualità di songwriter, tanto da aver accettato la proposta della Warner (colpita da due pezzi portati da Gallagher sottoforma di provini, la bellissima gemma pop rock “Bold” e la ballad in crescendo “When I’m In Need”) di lavorare con autori esterni.

Il nome più pesante in tal senso è quello del lanciatissimo Greg Kurstin, fresco reduce del trionfo con l’ultimo Foo Fighters, che qui collabora alla stesura e alla produzione di ben cinque pezzi), coadiuvato dal produttore Dan Grech-Marguerat (The Vaccines, Lana Del Rey, Moby, Keane) e da Andrew Wyatt.

Il disco si apre sull’ormai arcinoto primo singolo “Wall Of Glass”, azzeccatissimo rock cadenzato introdotto da chitarre serrate ed una bella parte di armonica; al centro, come in tutto il disco, c’è la rinvigorita voce di un Liam mai così in forma dai tempi di “Be Here Now” (complice la risoluzione di fastidiosi problemi tiroidei). Segue la succitata “Bold”, come detto un trascinante pop rock che sfocia in un finale dominato da una martellante variazione ritmica, tra effetto eco e doppie voci.

Superato il nuovo singolo “Greedy Soul” (un rock tirato nella vena dei primissimi Black Rebel Motorcycle Club) arriva “Paper Crown”, uno dei frutti migliori dalla collaborazione con Kurstin; una ballad essenziale, diretta, arricchita da quella che è probabilmente una delle migliori interpretazioni vocali di sempre da parte di Liam. Laddove altri produttori probabilmente avrebbero sovraccaricato il tutto con archi e fiati, Kurstin opta per lasciare il tutto il più asciutto possibile, centrando il bersaglio e regalando all’ex Oasis un’altra potenziale hit.

La successiva “For What It’s Worth” è il pezzo più oasisiano del lotto, una ballad co-firmata da Simon Aldred dei Cherry Ghost, molto vicina a cose come “Whatever” e “Stand By Me”, ma con un gusto melodico più attuale, molto vicino a quanto fatto da Robbie Williams nel suo periodo migliore (“Escapology”). Dopo la già segnalata “When I’m In Need” seguono i due pezzi rock ‘n roll del disco, la sfrenata “You Better Run” e la più cadenzata “I Get By”, prima della brusca frenata con il sorprendente secondo singolo “Chinatown”: si tratta di un brano etereo, molto lontano dalle solite gallagherate, un ariosa ballad arricchita dal finger picking del prezioso ex chitarrista di Jeff Buckley Michael Tigue.

“Come Back To Me” (anche qui con il contributo di Kurstin) è puro britpop, ma non di certo in zona Oasis, bensì un frullato di sonorità che riporta prevalentemente a band dell’epoca come Cast e Verve. “Universal Gleam” rallenta di nuovo e richiama vagamente… i Blur di “Tender” (come cambiano le cose), con un arrangiamento molto più ricco al servizio dell’ennesima, impeccabile prova vocale di Liam. Chiude la stellare “I’ve All I Need”, nettamente il miglior brano del lotto, dichiaratamente ispirata alle atmosfere dei mai dimenticati La’s; il brano è interamente a firma Gallagher (così come “Bold”, “When I’m In Need” e “Universal Gleam”) ed è la chiara dimostrazione di una sorprendente maturazione dell’artista come songwriter.

Un bellissimo disco pop rock questo “As You Were”, chiaramente conservatore e non innovativo, ma con un gusto incredibile nella cura delle melodie, prodotto davvero benissimo e con un progetto chiaro in mente. Fare un album di ottima musica rock, con un indirizzo ben delineato.

Di diritto tra le grandi sorprese dell’anno.

Miglior brano: “I’ve All I Need”

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