Un album bipolare. Tra dolcezza e follia pura. Tra armonie sognanti ad incubi frenetici. Questo è Feeling dei Lightshine, album che definire misconosciuto è davvero un eufemismo. Pubblicato in un numero limitato di copie, tale lavoro rimarrà l’unico di questa band proveniente dalla Germania, formato da un quintetto ricco di idee e tecnicamente piuttosto dotato. Dopo aver fatto da spalla a diverse formazioni appartenenti alla rinomata scena del Krautrock, Olli, Joe, Ulli, Egon e Wolfgang pubblicheranno la loro unica fatica prima di sciogliersi nel 1977 e non prima di aver presenziato a ben oltre 200 concerti.
Lo scarso successo di Feeling è da attribuire probabilmente ad una diffusione piuttosto limitata, visto le copie pubblicate furono solo 500; la data di pubblicazione, tra l’altro, è da riferirsi al 1976, anno in cui il Progressive e il Krautrock cominciavano a perdere i propri colpi in tutta Europa, incrinando notevolmente il quadro complessivo della situazione. Nel corso degli anni i membri dei Lightshine hanno fatto disperdere le proprie tracce, anche perché ebbero l’insolita idea di nascondere i propri cognomi nei crediti dell’album. Un vero peccato, visto che tale LP aveva tutte le carte in regola per dare nuova linfa all’intero genere: stiamo infatti parlando di un lavoro abbastanza particolare, le cui sonorità oscillano tra Eloy e Amon Düül II. Ad inizio recensione abbiamo parlato di album bipolare: è forse questa la caratteristica che rende Feeling estremamente singolare. L’ascoltatore si troverà continuamente in bilico tra atmosfere sognanti e nevrotiche, senza soluzione di continuità. La palese dimostrazione di tale “squilibrio sonoro” la si ha nell’ascolto di “King and Queen”, il capolavoro del Long Playing: un brano delirante e claustrofobico, introdotto da una melodia accomodante ma, contemporaneamente, melanconica ed inquietante, già nel testo; il pezzo sfocia nella pazzia assoluta quando la voce narrante passa da un presunto servo del re al re stesso, il quale con un cantato straziante ed allucinato minaccia di morte la regina, tra risate isteriche e diaboliche. Il resto del brano continuerà ad ondeggiare tra il bucolico e l’infernale, così come tutto l’album. “Sword In The Sky” è un brano al fulmicotone ben cadenzato dal basso e dalla batteria, “Lory” mostra i primi segni di delirio e ossessività sonora, mentre in “Nightmare” il mood sognante si contrappone ad un testo allucinato ed oscuro. Il lato B si snoda attraverso la già citata “King and Queen” e il pezzo che dà il titolo all’album, con l’ennesima esplosione straziante del finale, in una ending che fa quasi da tributo a quella di “21st Century Schizoid Man” dei King Crimson. Tale dicotomia sonora viene costantemente scandita soprattutto dalle linee di chitarra, talvolta leggere ed armoniche, talvolta frenetiche ed assillanti. Gli effetti sonori di natura elettronica prodotti da Olli regalano inoltre al sound di Feeling un’unicità sorprendente, con l’unica pecca di ripetersi in maniera un po’ troppo petulante per tutto il disco.
Negli abissi del Krautrock è semplice trovare gemme nascoste come Feeling dei Lightshine, gemma che merita l’ascolto per perizia sonora, tecnica ed originalità.
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