Realizzare un film ispirato ad un saggio scientifico filosofico come "L'ordine del tempo" a firma di Carlo Rovelli? Certamente è impresa che non può non incuriosire, soprattutto se la regista è Liliana Cavani, autrice di tante pellicole tanto forti per tematiche affrontate da meritare ampiamente l' interesse del pubblico stimolato poi a riflettere e discutere. Con questa mia convinzione mi sono recato ieri al cinema a vedere il film suddetto, già presentato alla Mostra del cinema di Venezia. Ero quindi ben disposto ma, senza nulla togliere alla fine recitazione di attori e attrici coinvolti e alla tecnica collaudata della Cavani, non posso dire di essere convinto del buon esito dell'opera. E ciò pur dando per scontato che il film non potesse limitarsi a inquadrare il professore Rovelli, emerito scienziato fisico, impegnato a svolgere una lezione universitaria sul tema immenso del tempo analizzato da fior di scienziati e filosofi dall' antichità ad oggi.

Indubbiamente la premessa della trama è accattivante: un asteroide di quasi 1900 metri di diametro, avvistato da potenti telescopi siti in Cile , sta transitando ad elevata velocità nel nostro sistema solare e potrebbe (con grande probabilità) impattare sul nostro pianeta con le prevedibili conseguenze come fu milioni di anni fa per i dinosauri. La notizia, comunicata al telegiornale, irrompe in una villa sita in riva al mare a Sabaudia ove un gruppo di amici e amiche festeggiano il cinquantesimo compleanno di Elsa. Stupore generale ma uno dei presenti, di professione scienziato fisico, conferma esitante che non si tratta di una bufala e non resta altro che sperare in un colpo di fortuna capace di evitare il probabile peggio. Da qui si dipana un intreccio di dialoghi fra i vari personaggi che, non proprio sconvolti dall' imminente pericolo, rimembrano il tempo passato, all' insegna di tante occasioni mancate, errori compiuti in buona fede e via elencando. Qua e là ci scappano accenni al carattere convenzionale del tempo, alla sua elasticità, alla curvatura spazio temporale acquisita da Albert Einstein in poi, ma resta al fondo un ritratto di borghesi in lussuoso interno che lasciano emergere storie di reciproche infedeltà sentimentali, secondo uno schema fin troppo riproposto in passato. E , inutile dirlo, il finale ha un che di consolatorio.

Ovvio che Liliana Cavani ha dalla sua molta esperienza registica e non firma un fiasco. Purtroppo però le capita di scivolare su qualche stereotipo come il personaggio del broker di Borsa che, ahimè teutonico, è occhio ceruleo e dal cuore piccolo (fortunatamente non indossa una divisa da gerarca nazista). Oppure il personaggio della domestica peruviana che, preoccupata per il figlio lontano, riesce a prenotare un biglietto per il volo Roma- Quito in partenza il giorno dopo ( ma dai, il mondo sta per esplodere e la circolazione aerea va come se niente fosse?).

Ma se ci si aspetta quel tocco graffiante che ha caratterizzato le sue migliori prove (come "I cannibali", "Portiere di notte" ed altri), si resta un po' delusi. Si ha l' impressione di vedere una di quelle pellicole dal tocco tenue tipiche di Rohmer, pur senza accendere piu di tanto l' interesse del pubblico . Al quale, semmai, sorge spontaneo il quesito: cosa farei io se sapessi di un imminente cataclisma apocalittico? Considererei l' elasticità del tempo? Ripenserei al passato e avrei rimpianti o addirittura rimorsi? Farei qualcosa di molto gradevole, come capita ai personaggi del film, tipo ascoltare e danzare al suono di una bella canzone di Leonard Cohen? Forse, mi viene spontaneo pensare, noi poveri terrestri non saremmo così scontati come questi personaggi della buona borghesia romana, increduli e infastiditi da una notizia così epocale come l' impatto imprevisto di un lontano asteroide sulla povera Terra.

Insomma, mi è parso un film non del tutto convincente, ma non privo di una sorpresa. Non so se qualcuno ricorda ancora l' attrice spagnola Angela Molina, bellezza folgorante protagonista in " Quell' oscuro oggetto del desiderio" di Bunuel. Bene, eccola qui nel film della Cavani nel ruolo di suor Raffaella, che dopo aver fatto da giovane gli studi universitari di Fisica, pensa bene che i misteri dell'universo, analizzati dalla scienza, stimolano la fede in Dio e la scelta della vita monastica. Vedendola in simile ruolo, dopo tutti questi anni, non ho potuto non convenire con il famoso detto latino "Tempus fugit...". E alla fin fine noi siamo nel tempo e il tempo è in noi.

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