Quarto lp per le due sorelle Jurkiewicz a quasi tre anni dall'ultimo "Keep it Together", lavoro di transizione che lasciava intendere che le ragazze dell'Indiana stavano lasciando progressivamente i sentieri sicuri del pop da camera dei primi due dischi. "Canterbury Girls" infatti conferma che le strade nuove si possono percorrere con una vena di contaminazione synt-pop interessante. Abbandonate le atmosfere bucoliche di "Fumes" e quelle più oscure di "Keep it Together" Lily and Madeleine virano con dolcezza verso una forma di canzone molto briosa e gustosa; il retrogusto amaro dei testi c'è sempre mentre il pop da camera è venato ormai profondamente dai nuovi suoni sintetici, se non addirittura puramente disco anni '70 come nell'audace "Supernatural Sadness". La title track è di ispirazione floydiana, echi che ritornano anche nella coda del gioiello "Can't Help the Way I Feel", una canzone power pop di impronta Motown che si lascia subito ascoltare con molta delizia e coinvolge subito, non si può stare fermi ci si deve muovere e battere le mani. Il synt pop di "Pachinko Song" ad aprire il lato B è sorprendente, una canzone strutturata con una progressione quasi meccanica a richiamare il terribile e ipnotico gioco giapponese nei suoni e nella ritmica, l'apertura del lato A è invece affidata a "Self Care", una versione evoluta e più adulta del pop da camera dell'esordio.

"Canterbury Girls" è un disco interessante per il nuovo approccio alla musica di Lily e Madeleine; eliminando archi e fiati, sostituiti da sintetizzatori e suoni elettronici di richiamo dei primi anni '80 in molte loro parti, sono uscite da una catalogazione che ormai era divenuta troppo stretta e che comprimeva il loro indiscutibile talento compositivo. Da seguire con attenzione per il futuro.

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