Nel 2015 per la prima volta nella storia le ristampe hanno superato in vendite le novità.
Questo dato lo si può interpretare come una voglia di riassaporare la corposa storia della musica della seconda metà del '900 da parte di vecchie e nuove generazione, ma di contro è il segno inequivocabile che il modo della musica oggi non riesce a proporre più artisti in grado di diventare mainstream senza perdere di qualità e proporsi come qualcosa di nuovo. Lasciando stare il desolante panorama italiano, e in parte europeo, anche il mercato americano non se la passa bene frantumato in tante piccole etichette indipendenti che faticano a proporre i loro nomi al grande pubblico; raggiungere più pubblico possibile non è lo spauracchio che in molti pensano ma un'affermazione di una identità musicale che riesce ad arrivare a tutti. "Fumes", 2014, è il secondo album delle sorelle Lily e Madeleine dall'Indiana, uno dei cuori agricoli degli States. L'esordio di questo duo nel 2013 aveva soprpreso molto la critica, un folk rarefatto e contaminato di tanti elementi che lo sdradicavano da una definizione canonica grazie anche a delle armonie vocali sorprendenti. Subito si sprecarono le similitudini con gli Everly Brothers o Simon and Garfunkel. Le capacità liriche di queste due ragazzine si sublimano in testi mai troppo luminosi, dai toni di grigio che possono improvvisamente mutare in una piena giornata di luce. In questo secondo Lp, curato nell'edizione in vinile in modo perfetto da un poster a riportare i testi e la scelta di un vinile trasparente di notevole effetto, si riprende il discorso musicale dell'esordio con qualche contaminazione in più verso soluzioni più lontante dal folk, "Cabin Fever" e i loop di "Blue Blades" o il pezzo che potrebbe essere tranquillamente un grande singolo da radio: "Peppermint Candy".
Un Lp molto bello, dieci canzoni perfette che hanno l'onere di creare un'attesa importante per il terzo capitolo in uscita a fine mese. Da tenere d'occhio.
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