Dopo tre dischi da urlo, i Limp Bizkit iniziano una debacle fatta di cazzeggi, litigi tra i componenti e brutti album. E il Greatest (Greatezt?) Hitz ce lo dimostra.

Le 18 tracce ripercorrono la carriera del Biscotto Floscio dai primi concerti al fianco dei Korn (1995) al ridicolo video porno di Fred Durst (2005), il quale ultimo finirà per influire negativamente sullo stile del quintetto. Si parte con due hit di "Three Dollar Bill Y All" ("Counterfeit" e la cover di "Faith" di George Micheal) e si prosegue con tutte quelle dell'esplosivo "Significant Other", che dimostrano come allora i Bizkit potessero muoversi senza sbavature tra hip hop, hard rock alternativo e quel che restava del grunge.

Malgrado la buona qualità di "Chocolate Starfish...", alcuni suoi pezzi (in primis "My Generation", a mio avviso molto più MTV-oriented degli altri) già contengono i primi segni di una caduta di stile. Si conclude (forse in tutti i sensi) con tre singoli di "Results May Vary", banali e non molto memorabili, eccetto un pochino "Build A Bridge". A chi interessa, cito anche "The Truth" e qualche discreto inedito.

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