In effetti, pensandoci un attimo, difficilmente associo Fred Durst a qualcosa di diverso da un gran pezzo di merda; già, proprio uno di quegli stronzi a duecento carati che della vita non ci hanno mai capito un cazzo e che non hanno niente da fare dalla mattina alla sera se non alcolizzarsi, tirare su un po' di coca, fare dentro e fuori dal carcere, montarsi una bella topa e tatuarsi pure le dita dei piedi.

Già, i tatuaggi, bella fissa quella di Fred, che un giorno ebbe la grandiosa botta di culo di vedersi passare nel suo "ufficio" nientemeno che Fieldy Snuts, bassista dei Korn, cui parla dei suoi progetti musicali. Sì progetti, avete letto bene. O meglio progetto, perchè in testa Fred in quei giorni ha solo una cosa: un'incazzatura della madonna. Non ci aveva messo molto d'altronde a trovare altri quattro sbandati, ragazzi della strada come lui, con una tremenda voglia di farsi strada e di dimostrare di essere qualcosa di più di un gruppo di falliti. Sì, la grana e il successo, è proprio questo quello che cercano, se ne fregano di esprimere arte e concetti complicati, in mente hanno solo una dannata cosa: tirarsi fuori da una vita di merda e fare tanti soldi. Giudicateli come vi pare, ma se non vivete nella periferia di una grande città americana dove gangs, giri di ogni tipo e morti per strada sono all'ordine del giorno, difficilmente potrete essere obiettivi.

Dunque, la grande occasione: il loro demo passa nelle mani del produttore dei Korn (e altri gruppi come Slipknot, Sepultura e Cure) Ross Robinson che non ci mette tanto ad affidarli nelle mani di una casa discografica; corre il 1997 e sti qui sfornano "Three Dollar Bill, Y'All", che ad oggi può essere considerato senza timore di essere smentiti uno dei migliori album Nu-Metal. Durerà ben poco, già a partire dal successivo "Significant Other" i cinque della Florida cominceranno ad ammorbidire non poco il loro sound, che poi col tempo scadrà sempre più sino a toccare il ridicolo negli ultimi anni, ma qui c'è ben poco da dire, siamo davanti ad un signor cd: Fred ci mette una grinta che poi nel tempo non è stato più capace di tirar fuori, vomita letteralmente insulti a destra e a manca e la rabbia si percepisce da ogni sillaba slang che pronuncia nel suo caratteristico linguaggio rap. L'incazzatura, quella vera, non falsa per piacere ai ragazzini, qui c'è eccome signori, mista a frustrazione (specialmente in "Nobody Loves Me") e alla spensierateza che deriva dalla consapevolezza che tanto più giù che fare tatuaggi per strada non si può andare. Non è tuttavia solo l'amicone Durst, ma anche gli altri quattro componenti della band che qui tiran fuori il meglio di sè, in particolare il chitarrista, Wes Borland, capace di imprimere nella testa dell'ascoltatore riff sempre di grande incisività e rudezza. Da segnalare poi la presenza di un Dj, tale Lethal, in grado di orientare sensibilmente verso l'hip-hop le sonorità della band e che ha modo di sbizarrirsi nella sperimentale "Everything", e soprattutto quella di un bassista niente male come Sam Rivers, che proprio dopo l'uscita di quest'album ha portato a casa (non so quanto meritatamente, ma qualcosa dovrà pur significare no?) il premio di miglior bassista al mondo... Insomma, oltre alla passione qui è rintracciabile anche quella qualità che sempre più rara si farà notare nel corso degli anni e che tuttavia appare innegabile in questo cd.

Già, perchè come ho detto con questo album arrivano i primi soldi (vende circa due milioni e mezzo di copie), e dopo un altro lp niente male, "Significant Other" appunto, dal più marcato sound hip-hop inizia la discesa nel baratro: alla fine quello che volevano i cinque l'hanno ottenuto, soldi, fama, successo, belle donne e tutto quello che ne consegue. Dai su, inutile prenderci in giro, in fondo smerdandosi e vendendosi al giro non hanno fatto nè più nè meno di quello che miriadi di altri gruppi promettenti come e più di loro in passato avevan già fatto; tuttavia pressochè tutti si sono dimenticati anche di quello di buono che i Bizkit han fatto per motivi che onestamente non mi spiego. Non sono mai stati, nè tantomeno hanno mai preteso di esserlo, dei modelli di vita coi loro mille difetti (più volte accusati non a torto di incitare gratuitamente alla violenza), certamente mai lo saranno in futuro, ma una decina d'anni fà perlomeno erano veri, genuini, innocenti mi verrebbe quasi da dire, non ancora plagiati da tutte quelle schifezze che poi il business ti mette in testa.

Insomma, erano sinceri, e a me, senza farmi troppe seghe mentali, andavano più che bene così.

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