"Go Insane" è il terzo disco solista di Lindsey Buckingham, chitarrista e deus ex-machina dei (secondi) Fleetwood Mac, complice di quegli straordinari album che sono stati "Rumours", "Tusk" e "Tango In The Night".
Perfezionista e architetto del suono (molto, molto sottovalutato), Buckingham realizza qui il suo primo (quasi?) capolavoro, frutto di un suono quanto architettato quanto aperto e libero a tutte le possibilità sonore, spaziando dal pop più esagitato alle melodie folk di chiusura. "Go Insane" non è un disco facile, bisogna dirlo, ma non per presunti tecnicismi o pesantezze compositive che arrivano ad un primo ascolto. E' più che altro un viaggio sonoro all'interno di tutte le possibilità musicali che hanno attraversato questa mente musicale, che può essere accostato da qui in poi, allo stesso tempo a Mike Oldfield come a Brian Wilson o perchè no, anche a Prince.
Disco imprevedibile (come sarà anche il sempre più complicato succesivo "Out of Cradle") che non ha mai scivoloni in facilonerie, oggi, a distanza di qul 1984 in cui fu pubblicato, è più moderno che mai. Si intuiva subito, ascoltando i dischi dei Fleetwood Mac, quali pezzi erano scritti da Buckingham, rispetto a quelli di Stevie Nicks. In uno su tutti, "Tusk", lo si poteva sentire ogni due pezzi, come un metronomo, l'incedere frizzante e incisivo delle melodie di Buckingham. Qui, dopo "Trouble", Buckingham trova finalmente i giusti (e meritati) spazi creativi in cui ci ipnotizza e ci affascina più che mai con la sua musica indefinibile.
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