La parabola dei piemontesi Linea 77 sembrava già scritta alla vigilia di questo 10. Esplosi in Italia e in parte all'estero con i primi due album ''Too Much Happiness Makes Kids Paranoid'' e ''Ketchup Suicide'' che cavalcavano l'onda nu-metal/crossover in quegli anni barbaramente di moda, con il terzo ''Numb'' finalmente arrivò un lavoro degno di questo nome (Fantasma è secondo chi scrive una piccola gemma). Seguirono le ultradiscusse svolte pop del modesto "Available For Propaganda" e lo sciagurato "Horror Vacui" (che conteneva una collaborazione raccapricciante con Tiziano Ferro tra le più assurde mai udite nella storia musicale tutta). Ora probabilmente i nostri, selvaggiamente demoliti dalla stragrande maggioranza della critica (e dei fan), consci di aver toccato il fondo, hanno riordinato un attimino le idee, concluso il rapporto con la storica etichetta metal Earache e sono volati in California dall'immancabile Toby Wright per dimostrare di aver ancora qualcosa da dire. Il risultato? Vediamolo insieme.

Cominciamo dalla copertina: seppur ben fatta è quanto di più banale potessimo trovare (ma negli anni i nostri ci hanno abituato a non avere buon gusto in tal senso) tanto quanto il titolo, il quale, almeno leggendo sul sito, assume dei significati facilmente intuibili che per i ragazzi stanno a simboleggiare una nuova rotta. Cover e nome dell'album: le premesse sono invero poco confortanti. Mentre si palesa alle mie orecchie il primo pezzo, do un'occhiata alle songs le quali sono, come annunciato, tutte in italiano; decisamente coraggioso da parte loro nonchè piacevole per tutti quelli che (me compreso) si imbarazzavano nel sentire la pesante cadenza italiana del loro inglese (un pò burlescamente fonte di successo nei paesi anglofoni). Ma ritorniamo alla prima traccia: ''Muezzin'' si erge in una sorta di post-rock pregna di vistosi richiami ''tooliani'' con improvvise e furiose esplosioni di adrenalina: non molto personale ma davvero un'ottimo inizio. ''Vertigine'' è il primo singolo e ci fa -ahimè- ripiombare con la mente all'ultimo lustro di Emo e soci: ipermelodici ed attenti più alla forma canzone che ad altro: il chorus, fortunatamente, è davvero ben congeniato ed eleva la canzone dalla mediocrità. Segue ''Il Senso'' song ispirata nel testo dalla vicenda di Eluana Englaro ( ''...un silenzio lungo 17 anni...'' ''...non sento qui nessun Dio, non sento nessun perdono...''), davvero sofferta nel suo voler gridare al mondo l'ineluttabilità delle scelte individuali e il rispetto che queste debbono esigire. Su ''A noi'' traspare una poco convincente sfaccetatura emo-punk e la canzone, anche ascoltandola più volte, non convince appieno nella mia testa presumibilmente vittima anche della sua collocazione: infatti la successiva ''Aspettando Meteoriti'' è, a conti fatti,  la migliore del lotto: testo insuperabile ( ritornello con una specie di elenco delle bestialità italiane in salsa ironica condito, nella strofa, da frasi di denuncia sulle istituzioni in particolare la giustizia) e soluzioni strumentali semplici ma al contempo riuscite; da pogo assicurato dal vivo. ''La Notte'' è bellissima nel suo incedere ora struggente ora aggressivo (il finale terromotante è una delle chicche del platter). ''Come Vipere'' e ''Au Revoir'', tracce 7 e 8, non riescono a bissare i pezzi precedenti e, nonostante rimangano godibili, abbassano notevolmente lo standard qualitativo mentre ''Tank''(qui si parla, facile capirlo, di armi e guerra in generale con prese di posizione non proprio politicamente attuali) brilla per la sua innegabile longevità. Discorso a parte merita la conclusiva ''L'Ultima Volta'' traccia al limite dell'hardcore-punk la quale, sapientemente, rende più ricco di spunti questo sesto parto dei torinesi.

Detto che la line-up, ormai consolidata, presenta sempre Emo e Nitto alle voci, Chinaski alla chitarra, Dade e Tozzo rispettivamente al basso e alla batteria, voglio chiudere complimentandomi vivamente con i Linea 77; non tanto per il valore dell'album che alterna cose buone ad imprudenti cadute di tono (ma sono fortunatamente più le prime) piuttosto, come detto sopra, per il coraggio e l'umiltà dimostrate nonchè per l'apprezzabile autocritica e maturità che fanno davvero ben sperare per il futuro.

A tutti coloro che li hanno ''ammazzati'' in questi ultimi anni voglio proporre un'imparziale ascolto di questo 10, ricordandogli che nella vita è FONDAMENTALE riconoscere gli errori e saper voltar pagina ricominciando un nuovo capitolo della vita

I Linea 77 lo hanno fatto. Un applauso. 

 

 

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