I Linea 77 sono forse la realtà italiana più valida di questo periodo, uno dei pochi gruppi metal che sia riuscito ad espatriare da questo paesuccio che all'estero vive solo di Pausini, Ramazzotti e poco altro.
Dopo un valido album d'esordio come Too Much Happiness ma che risultava ancora impersonale e troppo legato alle sonorità del nuovo metallo americano targato Korn, Deftones, Rage Against The Machine ecc. dai quali avevano preso parecchi spunti, i cinque sfornano nel 2000 questo Ketchup Suicide, sicuramente il loro miglior album fino ad oggi.

Qui si sentono finalmente i veri Linea 77, più maturi ed originali dell'esordio e con alla base una buona produzione che mancava a TMH, disco autoprodotto.
Il sound risulta pieno e potente grazie ad un'accoppiata basso-batteria veramente eccellente ed a una massiccia e "pastosa" chitarra a tener ruota.
Emo con la voce spesso distorta ci mette tutta la rabbia che serve esasperando l'urlo e cantando in maniera quasi disperata, molto incazzato e Nitto, pur non avendo delle esagerate capacità vocali, risulta un'ottima seconda voce che si amalgama bene all'impasto sonoro creato dai nostri e se vogliamo "sdrammatizza" un po' l'astmosfera creata dalla violenta prima voce.
Tra le canzoni si alternano parti calme e lente, quasi di attesa, dove spesso Emo "parla" addirittura sottovoce invece di urlare, a vere e proprie esplosioni di rabbia e violenza come nella splendida "Potato Music Machine" che apre l'album o in "McHuman Deluxe".
Nella tile track e nella cover finale "Walk Like An Egyptian" è stata utilizzata anche una voce femminile, scelta decisamente azzeccata.

L'album parte a mille con l'accoppiata "Potato Music Machine"-"Ketchup Suicide", sicuramente tra le migliori songs del disco, per poi calare leggermente nella parte centrale dove si trovano i pezzi meno riusciti "Miss It" e "You\Kimono" e finisce in bellezza con un graditissimo ritorno in patria (peccato che sia il solo episodio se vogliamo dirla tutta, ad eccezione di "Smile" dove vengono alternati inglese-italiano) con la splendida "Moka", criticona allo star system al quale spero i Linea non si adeguino mai, e l'originale cover sopracitata "Walk Like An Egyptian".

Le canzoni sono tutte abbastanza corte, intorno ai tre minuti ciascuna. Il risultato è un ottimo album, che scorre via veloce senza problemi né grosse cadute di stile e che pone i Linea 77 sicuramente davanti a tutti nel panorama metal italiano, purtroppo povero di inventiva ed originalità, ma anche di un dovuto supporto da parte delle label che sembrano non credere troppo alle potenzialità dei gruppi nostrani, tant'è che i linea hanno dovuto firmare per una casa inglese come l'estrema Erache per poter dimostrare il loro valore anche al resto del mondo, cosa che stanno facendo veramente alla grande.

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