Correva l'anno 2000 quando Mike Shinoda, Chester Bennington, Brad Delson e Rob Bourdon pubblicarono il loro primo LP sotto il nome di Linkin Park. Il titolo dell'album è "Hybrid Theory", come il precedente nome della band. Proprio quando l'ondata Nu Metal andava lentamente scemando, il quartetto di Los Angeles decise di produrre questo CD. Esso di Metal o Nu Metal ha ben poco. "Hybrid Theory" non è totalmente da buttare, ma non è considerabile come un album Metal. Le 12 tracce dell'album non hanno nulla di originale e non innovano in nessuna maniera il genere musicale rimanendo ancorati ad un Hip-Hop rockeggiante senza alcuna pretesa se non quella di vendere musica ai minori di 15 anni.

L'opera si apre con "Papercut". La canzone è già un cattivo presagio per l'ascoltatore. Non perché sia inascoltabile, anzi la possiamo definire abbastanza orecchiabile, ma si nota la mancanza d'inventiva del gruppo. I Riff di chitarra banali e stereotipati e la voce di Bennington, troppo simile a quella di un qualsiasi cantante di una Boy-Band, sono una pugnalata nel petto in confronto al buon flow di Shinoda e al testo discreto. In "One Step Closet" Chester si dedica interamente al cantato in uno dei pezzi migliori dell'album. Nulla di nuovo sotto il sole con "With You" e "Points Of Authority". Da segnalare quest'ultima per una peculiarità: il riff delle strofe, ottimo anche se non molto originale. Arriviamo quindi alla famosissima "Crawling". Il brano è anche stato vincitore di un Grammy ed a mio avviso è stato molto importante per la vittoria del premio il video, toccante per certi versi ma patetico per altri, e il legame del testo con il passato di Chester. Ma il brano è uno dei meno validi dell'intero CD. Siamo partiti con un Pseudo Pop-Metal delle precedenti tracce per arrivare ad una verve Pop-Commercial senza precedenti. Il cantato delle strofe è fatto apposta per ragazzine di 12-13 che hanno voglia di sdolcinerie e di passare a qualcosa di diverso dai Backstreet Boys. "Runaway" non è molto diversa dalla traccia precedente, anzi è meno valida di essa.

Dal settimo brano in poi abbiamo fortunatamente un miglioramento, partendo da "By Myself". Tutto il merito del brano sta nel suo ottimo ritornello, di certo anch'esso non molto originale o innovativo, ma la traccia si fa comunque ascoltare con piacere. Il miglior pezzo dell'album, a mio avviso. La successiva,"In The End", è purtroppo sulla scia di "Crawling". Il brano merita comunque l'ascolto per l'incantevole intro di piano composto da Shinoda e per il suo Rap nelle strofe ma il ritornello sembra un pacco pronto per essere spedito su Mtv. La voce di Chester, soprattutto nel Bridge, si fa troppo smielata e Teen-Oriented per risultare vagamente interessante. Anche quest'ultimo pezzo paga la sua celebrità con una scarsa originalità. Abbiamo poi "A Place For My Head" dotata di un incalzante riff principale. Si fa apprezzare Mike Shinoda per l'ottima strofa, un po' meno Chester per il ritornello troppo orecchiabile ma comunque azzeccato. "Forgotten" incarna perfettamente lo stile dei Linkin Park. Partenza adrenalinica, strofe rappate lente e ritornello ultra-orecchiabile. Nonostante queste caratteristiche, il brano è discreto. "Cure For The Itch"  è semplicemente un metodo per rendere l'album più lungo dato che, sinceramente, non vedo altro motivo di esistenza per questo pezzo inutile. "Hybrid Theory" si chiude con "Pushing Me Away", in cui purtroppo si sente troppo poco Shinoda e questo rende il pezzo ancor più banale degli altri. E' comunque una canzone ascoltabile ed apprezzabile ma senza alcuno slancio artistico degno di nota.

Tutto "Hybrid Theory" non presenta alcuno slancio artistico degno di nota. E' un album che si può ascoltare senza rimanere inorriditi ma che non lascia il segno nella storia della musica e nemmeno nel mondo più ristretto del Nu-Metal. Orecchiabile ma privo di originalità.

Giudizio personale: 6/10.

Carico i commenti...  con calma