La piccola Lisa. Fragile, delicata, sballottata dagli eventi e da un mondo musicale che quasi la ignora, e che sicuramente l'ha esclusa dalla grande distribuzione. Ma la musica di Lisa a parer mio è tra le cose più geniali del nostro tempo. I suoi dischi sono perle di tristezza e poesia infinita. Lisa ha poi una voce fatta per cantare storie terribili, storie quotidiane che vanno accettate perché non si ha scelta. Lisa le canta con una voce da fiaba, perché solo estraniandosi il dramma lo si può accettare. Non fatevi ingannare dall'atmosfera da sogno delle sue canzoni, ella canta di incubi e di vite che hanno un senso solo se alleggerite dal presente e dal reale. Vite inutili, ma che hanno diritto di sognare anch'esse. Lisa ne è la voce, Lisa è la voce dell'inedia di questo tempo.
Quando ho trovato questo suo ultimo disco già sapevo che ne avrei sofferto e che i miei ascolti sarebbero stati monopolizzati. "Lullaby For A Liquid Pig" è la sua ultima fatica, del 2003, prodotto in casa, Lisa suona pianoforte, tastiere, chitarre, mandolino, violino, e negli altri strumenti viene aiutata dai soliti amici dei Calexico, ha poi mixato tutto con il Pro Tool, perché uno studio di registrazione non può permetterselo, ed il risultato di tutto ciò è il suo solito standard: Capolavoro.
Musicalmente Lisa è una cantautrice, ma tale definizione non descrive l'immenso lavoro e la complessità delle sue canzoni. Ci troviamo di fronte ad un nuovo John Cale, quando era in stato di grazia. Lisa lancia nell'etere pochi e preziosi accordi che debordano, straripano, e muoiono, mentre di nuovi ne prendono il posto. Nel disco in questione vi è un giro di pianoforte della iniziale "Nobody's Playng" che viene ripreso anche in altri punti, anche se filtrato e distorto. Il sogno iniziale si tramuta in realtà amare, amori ricercati nei modi e nei percorsi più impervi. "Pearls", "Paper Doll", "Candy", sono riflessioni di donna, domande semplici, sulla propria infelicità, che viene giustificata come momentanea, un malessere che effettivamente passa, ma momentanei sono i momenti di svago non il malessere. E così si ha il tempo anche di sorridere, di socializzare, ed è tempo di festa. "It's Party Time" ha la reale atmosfera di quelle feste dove i sorrisi sono di cortesia. Si è dei forzati della società. Forzati, con altri forzati, ma magari si rimorchia pure per quel bisogno di sentirsi vivi. Ma la propria natura esce fuori con tutta la forza non appena la solitudine prende il posto del parter occasionale di poco fa, e questa solitudine riscalda molto più di quel corpo. In "Lullaby For A Liquid Pig" Lisa canta di questa sua compagna inseparabile: vista con amore, vissuta come se fosse il suo uomo che la protegge col suo abbraccio rassicurante.
I need a fix
A little one
And then it's over
Then i'm done
I got my own
I need to find
But in between
You are a lifeline
Un mandolino straziante, caldo, come le lacrime che mi scorrono ogni volta che sento questo pezzo. Geniale, Lisa è il riscatto per tutte le donne, in un mondo, quello musicale, dove la genialità sembra una prerogativa maschile. Straordinaria è la produzione nonostante tutto. Nonostante le difficoltà che affronta ogni volta per dare alla luce un nuovo disco. Lisa va supportata, tutelata, incoraggiata. Perché tutti hanno il diritto di sognare, e tutti hanno il diritto di avere una voce, e Lisa Germano è semplicemente la voce delle cose infinitesimali.
Da "…to Dream":
Only when it's real
When it speaks to you
And no one else can hear
Don't give up your dream
It's really all you have
And i don't wanna see you die
To dream
To live
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