15 Gennaio 2013: Lisa Germano non è mai stata così inosservata. Arrivati al nono travaglio (amo definire così i lavori della Germano, perchè delle vere ''fatiche materne''), a differenza del giocoso Magic Neighbour, torna la Lisa più depressa e rabbiosa che ci ha accompagnato durante tutti gli anni '90, in un disco che come si può già intuire dal titolo, seppur criptico, e dalla tetra e sconvolgente copertina (in cui rifà capolino quel gusto pacchiano e barocco di quella che sembrerebbe una porcellana nostrana, parente di quella del celebre Geek The Girl) parla di animali. Ed è proprio tramite i versi di questi esseri che la cantante descrive le sue frustrazioni e i suoi dolori, accompagnandoli da una profonda apatia.

Il disco però ruota anche intorno ad un'attenta e minuziosa analisi della Germano di come l'uomo sta letteralmente maltrattando l'incantevole fauna di Madre Natura: troviamo infatti canzoni di denuncia come ''Haunted'', dal testo inequivocabile (Who can say?\Who can say,\Where are all the animals?\There are days they go away\To where I stay sometimes\Safely, safely put dow), o strumentali come ''Dancing of the Bees', dove, grazie al sapiente ma delicato uso dell'elettronica, e a versi di animali, troviamo uno sciame d'api infastidito dai rumori di un cellulare. Proprio perchè è forse il suo amore per gli animali (''...and So On''), Lisa è fortemente preoccupata per questo mondo, di cui non ha certo buone notizie, e ci fa riflettere nella splendida ''A Feast'':  Same horror stories they wouldn't believe\Give your good self a break\What of the foie gras, God help us all, e dove ripete incessantemente: How in the world?

Come già accennato prima, però, gli animali sono anche le personificazioni della rabbia di Lisa come in ''Ruminants'', dove Lisa dice di aver bisogno di 4 stomaci per affrontare e sopportare (la situazione attuale dell'umanità nei confronti degli animali? La sua attuale e apatica vita?), o anche in ''Strange Bird'' ( All around\Strange bird\When I'm gone\In my head\Cover me\All alone ). 

Musicalmente parlando l'album è degno del dualismo di Lisa: dolce, delicato, etereo ma anche struggente, rabbioso, doloroso. Grazie all'uso del pianoforte in praticamente tutto il disco (''...and So On'', ''No Elephants'', ''Last Straws for Sale'', ''Haunted''), del suo amato violino (''Diamonds''), di una blanda elettronica (''a Feast'', ''Dancig of the Bees) e versi e cori di animali (le cornacchie di ''Ruminants'', le pluricitate api di ''Dancing of the Bees'' e le tanti voci di animali che creano l'impercettibile sottofondo di ''...and So On'') Lisa costruisce questa ''demoniaca'' apatia che l'ha portata a trattare di animali, di natura e dei suoi sentimenti di sempre.

Lisa ha ancora da raccontare, anche se ha superato la cinquantina da un po' e ci prova ancora a ''vivere di sola musica''(cit.), anche se, questo disco, ha saputo farsi apprezzare meno dei precedenti.

5 Pieno, da ascoltare.

Tracks consigliate: ''Ruminants'', ''The Apathy and the Devil'', ''a Feast'', ''Dancing of the Bees'', ''...and So On'', ''Strange Bird''.

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