È un album bellissimo. Fui fortunato; lo trovai qualche giorno fa, alla fiera del mercatino musicale dell'associazione "kolosseobologna", a Parma. Feci buona scorta, l'altro giorno; comprai praticamente di tutto: praticamente la discografia intera dei Black Tape For A Blue Girl, i magnifici Desertshore e Marble Index di Nico (che, parrà strano, di originali non riuscivo a trovarne da nessuna parte), detti ascolto al mio migliore amico comprando "Silence" dei Sonata Arctica che, a mio modestissimo parere, tutto fa schifo di quest'album a partire dall'orrenda copertina. E poi trovai anche, rovistando fra gli antri più nascosti, polverosi e semibui, qualcosa di Lisa Germano; della fragile, della piccola Lisa. Di lei avevo già "Happiness" e "Geek the Girl", dischi che mi piacquero particolarmente, e così decisi di prendermi tutti gli album che c'erano, quattro in tutto: "Slide", non particolarmente bello, "Excerpts From A Love Circus", album sublime ma forse, alla lunga, troppo monotono, "Lullaby For A Liquid Pig", il quale rimane tra i miei preferiti e, infine, a mio avviso, il più bello di tutti, quello di cui parlerò quest'oggi.

Avete presente il colpo di fulmine? Ci credete? Io no, non ci ho mai creduto, non credo affatto alla dolce e soave utopia di un'amore platonico, ingenuo, disinteressato, perfetto... Eppure è proprio quello che ho provato e tuttora sto provando per lei, la fragile Lisa, un angelo scagliato in terra che, invece di cantarti gioiosamente e speranzosamente le bellezze del paradiso dal quale è giunta ha invece il buon gusto di rivelarti impassibilmente, con un'acuta e lancinante nota di angoscia tutto il dolore, la malinconia e l'ansia che, impaurita e forse anche un po' delusa, osserva attorno a lei; con un pizzico di sadismo, ella ti priva subito della gioia di farti vedere le sue ali, meravigliose e lucenti... anzi, con una sfacciataggine mai veduta, te le nasconde con entrambe le mani abbandonandoti nell'oscurità intera e, non paga di ciò, vuole accompagnare il tuo silenzio e il tuo mesto abbandono con le sue dolci nenie e coi melanconici singhiozzi del suo violino; e tu non puoi fare altro che sederti rassegnato nell'angolo più buio e più triste dell'universo, abbandonare ogni speranza, ogni rancore ed ogni paura e, volente o nolente, ascoltarla, udire i suoi lamenti di piccolo angelo triste.

È questa, in sintesi, l'anima di "On the Way Down From The Moon Palace", uno degli album più profondi ed originali del canto d'autore di sempre. Da segnalare l'inquietante "Riding my bike", la splendida "Cry Baby" (forse la più bella canzone che io abbia mai ascoltato in tutta la mia vita), l'irreale ballata "Guessing Game", l'intima e sussurrata "The Other One" ed, infine, il superbo strumentale "Dark Irie"; e, ne sono certo, v'innamorerete anche voi della piccola, della fragile Lisa. E se non ci credete anche voi, al colpo di fulmine, alla fine dovrete comunque crederci. Perchè lei, piccolo angelo triste, ti ghermisce, ti afferra e ti spinge con dolcezza nelle tenebre, nel buio. Ed ecco che ricomincia, di nuovo, a cantare e tu, accasciato al suolo come morto non puoi fare altrimenti che ascoltare, di nuovo, i suoi pallidi lamenti; e non puoi fare altro che amarla. E forse t'innamorerai anche delle piccole e fragili protagoniste delle sue meste canzoni, tutte donne anzi ragazze, che poi se togli la maschera sono tutte Lisa Germano in quanto a fragilità: dolci ed ignare delle crudeltà che vi sono nel mondo là fuori, crudo e reale, che loro non hanno ancora potuto modo di vedere perchè celate in mezzo alla semplicità, e forse alla mediocrità della loro banale ed innocua esistenza. E certamente odierai con tutta l'anima tutti quegli uomini in nero dalle cattive intenzioni, di tutti quei Lupi Cattivi che porranno netta fine alla loro allegria. È questa Lisa Germano: ingenua Cappuccetto Rosso nella buia foresta, che ti sussurra piano piano, in mezzo all'oscurità, macabre storie di angoscie, stupri, abusi, ingiustizie, dolori, timori, imbarazzi e, sì, anche di piccole gioie...

E lo amerai questo piccolo angelo triste, stai sicuro, non potrai che amarlo: e forse, ma solo allora, potrai intravedere inaspettatamente tra le tenebre qualche spiraglio di luce argentata: è lei, il piccolo angelo triste che, impietosito dalle tue lacrime ti lascia finalmente osservare e toccare le sue ali grandi e meravigliose, rivelandoti che poi non tutto è perduto in questo mondo grigio e che esiste, da qualche parte nell'universo, un piccolo barlume di speranza.

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