Passa "la villeggiante con occhi di vetro scuro", (cit) un cocktail, questo disco a volume elevatissimo e via a perdersi nella campagne del Montefeltro. ll sole a Marzo è molto maleducato, fortunatamente ci sono densi nuvoloni che arrivano in dieci minuti ad ucciderlo! San Marino si staglia davanti, luogo di illusioni e segreti, che non sfuggono però ai suoi pochissimi abitanti!

Al ritorno, ancora accarezzata dal Tanqueray, dal rilascio endorfinico e dall'aria di collina frizzante, devo scrivere al buio della mia camera!

Impossibile parlare di Lisa Gerrard senza menzionare i Dead Can Dance, forse uno dei sodalizi musicali più particolari, proficui ed interessanti dagli anni ottanta ad oggi.

Per capire e saper leggere la musica dei "Morti che possono ballare" mi è stato regalato pochi anni orsono un libro. Si chiama "Musica Eterna, la storia dei Dead Can Dance" edito da Tsunami. Più di una biografia una necessità per i loro fans. La loro storia di vita e musica è talmente complessa, contorta e misteriosa che bisogna partire dall'inizio.

Lisa Gerrard e Brendan Perry sono due musicisti, cantanti e polistrumentisti australiani che partono da Melbourne nei primi anni 80 per trovare fortuna in Inghilterra. Vengono quasi subito scritturati dall'etichetta 4AD con la quale produrranno la maggior parte dei loro dischi. Sono anche una coppia. Nonostante la separazione durante la registrazione di "The Serpent's egg" continueranno a lavorare insieme.

Arrivati in Inghilterra erano talmente poveri che Lisa si fece drappeggiare addosso un lenzuolo per entrare in scena. Da lì in poi diventano cittadini del mondo. La loro musica è influenzata da popoli, strumenti, presente e passato

Non un disco uguale all'altro ma parte di un tutto, dal vivo un'esperienza.

Molteplici sono le collaborazioni di Lisa Gerrard ma la più interessante è questa con il compositore Patrick Cassidy del 2004, fra i miei cd preferiti in collezione e prezioso.

Dove eravamo abituati ad ascoltare la sua voce elegante ed eterea intervallata da brani come "The Ubiquitous Mr. Lovegrove" o "Black Sun" cantati da Brendan Perry. In questo album troviamo una malgama di dieci tracce perfettamente collegate l'una all'altra. Ogni pezzo varia da una poesia celtica ad un canto in aramaico ma collegate dal suono a volte impercettibile a volte quasi pomposo nell'accompagnarci lungo l'oscurità e la notte.

La voce di Lisa attraversa tutto il disco magicamente ma le sonortà teatrali anche se spaziano in diverse culture e lingue rimarranno omogenee e la contaminazione è cristallina.

Disco da ascoltare in cuffia per viaggio mentale e fisico

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