L'album in questione risale al '99, stagione gravida di ottimi album rock. Molti ricorderanno la band soltanto per il video del singolo "Miserabile", in cui i quattro componenti si divertivano a scivolare tra le curve di una Pamela Anderson alla fine fatale per davvero.
Californiani come il genere impone (power-pop/punk sempre molto in voga soprattutto tra i teenager), i Lit hanno conosciuto un discreto seguito in patria, ma qui da noi a parte il video sopracitato e la colonna sonora per un cartoon poi non si è più saputo molto di loro.
All'interno di un genere molto usurato e comunque facile preda degli stereotipi, i Lit hanno però saputo esprimere il loro personale punto di vista proponendo una rilettura dal sapore retrò basata sugli stilemi del rock ‘n roll anni '50-'60. L'atmosfera generale infatti, a partire dalla grafica del booklet e proseguendo nel look dei quattro ragazzi (con tanto di brillantina, pantaloni con la piega e scarpe di pelle tirate a lucido) richiama l'entusiasmo cinematografico dei "fabulous fifties" (non a caso il titolo riprende il film del 1951 con Liz Taylor).
Le canzoni, quasi tutte briose ed easy listening, come dicevo si distinguono dai pezzi di altre band similari grazie al sound ispirato al classic rock delle fm americane. Questo è soprattutto vero per le ritmiche di batteria e chitarra di "Lovely Day", i giri di basso di "Quicksand", il lento da highschool prom di "Perfect One", i fiati rockabilly di "Happy" (il miglior brano del disco insieme a "The Best Is Yet To Come Undone") e i cori della title track in chiusura.
A completare l'opera di revival ci pensano i testi molto semplici, basati sui desideri quotidiani e i puntuali disagi legati al passaggio all'età adulta.
Un album riuscito, con canzoni divertenti, molto orecchiabili e arrangiate in modo non innovativo ma abbastanza originale.
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