Nell'Aprile del 2006 tornano sulle scene i Live, rock band proveniente da York (Pennsylvania), e lo fanno a tre anni di distanza dalla loro precedente release, 'Birds Of Pray'. L'intento principale che il guppo si ripropone con questo full lenght sembra essere quello di riavvicinarsi alle radici del loro sound, che ormai dai tempi di 'The Distance To Here', del lontano 1999, era stato un pò accantonato e messo da parte, soffocato dalle voglie della band di virare verso lidi più mainstream e dal maggiore appeal commerciale.

Nonostante l'apertura sia affidata all'orecchiabile, ma fin troppo radio oriented 'The River', per fortuna si incontrano anche pezzi, come l'iniziale 'Mystery', o 'Sofia', dove, grazie a i testi enigmatici e profondi e all'intensità del canto del singer Ed Kowalczyk, si respirano ancora, a 15 anni dal debutto 'Mental Jewelry', la stessa enfasi e la stessa passione che impregnavano canzoni come 'All Over You', 'Lightning Crashes', 'Pillar Of Davidson', 'Hold Me Up', o 'Turn My Head', che mi avevano colpito e fatto innamorare di questa band. Anche brani quali la pacifista 'Home', l'appassionata 'Wings' e le più rock oriented 'Show' e 'Night Of Nights' si lasciano apprezzare per la bontà e la qualità del songwriting, seppur perdano un pò in mordente ed intensità se confrontate con gli episodi più datati della band.

Purtroppo però, accanto a questi esempi comunque riusciti troviamo songs assolutamente scialbe e prive di idee, come 'You're Not Alone', 'All I Need', o 'Where Do We Go From Here ?'; e tra questi estremi ballads o semi-ballad come 'Get Ready', o 'Love Shines', dove la vena davvero troppo easy listening rende difficile vedere dietro una band come i Live, anche se quantomeno 'Love Shines' riesce a farsi apprezzare per la passione ed il trasporto con cui il singer riprende le tematiche, riguardanti spiritualità, religione e famiglia, che avevano contraddistinto quella che forse è stata l'ultima grande canzone della band, 'Heaven', dal precedente album.

'Songs From Black Mountain' alla fine si rivela essere un disco senza infamia e senza lode, penalizzato oltremodo da una produzione e da un'attitudine davvero troppo soft. Disco che sarà anche l'ultima fatica in studio della band, che dopo la pubblicazione nel 2008 dell'album dal vivo 'Live At The Paradiso' dichiarerà prima, nell'estate del 2009, una pausa di due anni, che verrà poi rettificata nello scioglimento definitivo ormai un anno fà.

Purtroppo, quel sogno iniziato nella lunga estate americana del '94 sulle note di 'Selling The Drama' si infrangerà nel modo più amaro, nelle aule di un tribunale, con una causa ancora in corso che vede il resto della band contro il singer Ed Kowalczyk, per via di un 'lead singer bonus' da lui preteso all'insaputa degli altri durante un'esibizione al Pink Pop Festival del 2009; e di un contratto pubblicitario segreto da lui presumibilmente firmato nel 2005, con l'intento di escludere i compagni da introiti futuri. Dalle costole dei Live nasceranno i 'The Gracious Few', formati dagli ex Live Chad Gracey, Chad Taylor e Pat Dalheimer, più i due Candlebox Kevin Martin (alla voce) e Sean Hennesy (alla ritmica); mentre Ed Kowalczyk deciderà di intraprendere la carriera solista che lo porterà, nel 2010, alla pubblicazione del suo primo album, quell' 'Alive' che cerca disperatamente di rimanere aggrappato e di tenere ancora in vita il ricordo e le sonorità della sua band d'origine, salvandole dalla dimenticanza e dall'inesorabile prova del tempo.

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