Cronistoria del generale iberico nella battaglia di Parigi.
2001 DC. La guerra fratricida in Gallia si era fatta grave, dopo l’annuncio che un milite novus sfidava i generali dell’esercito elettronico francese. Certo che, nel duello, colui che partiva avvantaggiato era il generale Germano, già auto proclamatosi santo ai Campi Elisi, per supposti meriti guerreschi.
L’anno zero del terzo millennio Germano, travestito da turista, aveva sbaragliato i rivali parigini, anche loro anelanti il bastone di comando.
L’imminenza dell’assalto, alla terra degli Scoti e dei Britanni, aveva stimolato gli appetiti dei vanagloriosi capi galli. Della micidiale lotta, ne avevan fatto le spese alcuni valorosi graduati: tutti a loro tempo vittoriosi, come la coppia di consoli Dafti, della stirpe feroce degli Unni Punk, o il fanatico delle congiure di corte, l’ex-schiavo Cassius, oppure il generale Garnieri, glorioso tecnocrate merovingio dalle foltissime cesarìe.
Ma il nuovo sfidante, il misterioso gladiatore che combatte le angherie, chi era?
Si mormora, negli accampamenti di Lutetia, che il nuovo pretendente ispano o giù di lì rappresentava il mandatario occulto di quel tenace Garnieri che, perduto il comando, tesseva trame losche, dal Catai a Bisanzio, contro Germano.
Il perché è presto detto: l’infame santo, lo tradì anni or sono.
Ludovico, pare sia il suo nome o Ludovic come lo chiamano in Gallia; Llorca è il suo titolo in battaglia.
Come tutti i valorosi Iberi, arrembati sulla Senna, Ludovic non si era mai risparmiato nella pugna. Llorca è stato prima valoroso centurione, poi emerito console, ora la fresca nomina a generale. Ma qual era la posta in gioco della singolar tenzone?
Certamente la conquista della Gallia, poi di tutto l’orbe terraqueo, ivi comprese le Americhe e l’odiata Britannia. Gli informatori longobardi mormoravano che il nuovo arrivato aveva concluso in segreto grandi patti con dei temibili Pagani, le truppe mauritane e cirenaiche di stanza nelle Americhe, che combattevano con gran tamburi e strumenti a fiato: sembra, ma ciò pare blasfemo, che disponevano, di trogloditi, donne virago con grandissime barbe e ugole e tutto ciò per spaventare le truppe nemiche.
In ogni caso le legioni del generale Llorca erano più fresche, dinamiche e allenate dai gran tours sulle piste di mezzo mondo. Questi gallo-iberici avevano i Puni di Cartagine e gli Egizi d’Alessandria dalla loro; cosa poteva tramare il Germano, se non ritirarsi nella Selva Nera con Teutoni, Sarmati e Burgundi?
La ritirata, fu quasi agognata. possedevano pure l’arma segreta, le schiere di Llorca: sbarcate dalle Americhe, altezzose centurie latine o lusitane di istanza in Amazzonia o nelle isole Hispaniole, eran pronte a intervenire. Nell’esagono di Llorca si scatenò il putiferio. Un turbine di house jazzata, soul femmineo e fragranze esotiche. Il gran ruggito che arrivò dalle tende baldanzose, fu una felicissima bagarre di Africa, Mediterraneo e Indie Occidentali e le sigle degli stendardi levati in battaglia, avevan tutti nomi forestieri e non più galli o latini o germani. Delle Americhe alludevano le insegne: Indigo Blues, Lalo caught me dancing, The novel sound, My precious thing with Lady Bird.
Accampate sulla Senna, le truppe del Germano, vissero con terrore uno degli spettacoli più mirabolanti della loro vita. Una volta che i genieri di Llorca produssero una orrida piramide guerresca di arcigne casse e neri amplificatori, con l’aiuto dei tecnici di Garnieri orientarono il canagliesco macchinario verso le centurie.
E con grande smarrimento, il Germano e i suoi accoliti, udirono uno spaventevole suono, oltre misura ritmato, e immediatamente videro danzare l’ intero esercito nemico e, dannazione, anche il proprio…
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