Dopo due album rilasciati dalla Gun Records, i LAI ritornano alla Trisol, la quale pubblicò quel celebre "Dann Hab'Ich Umsonst Gelebt" che fece la fortuna del gruppo. "Namenlos" (il cui titolo deriva dal poco noto cimitero dei senza nome di Vienna) è un mix riuscito di tutte le influenze del combo austriaco, ovvero un solido gothic rock in bella evidenza, un electro-dark che si fa notare non poco e un pizzico di neoclassica à la Persephone. L'album consta di 13 pezzi in tutto, di cui tre sono intermezzi (davvero interessante l'intro "Vergessen" in cui Sonja intona a cappella una preghiera in tedesco, trascurabili a mio avviso gli altri due). Si parte con "1000 voices", pezzo elettronico adorno del solo screaming di Thomas, che nonostante i toni aggressivi e quasi harsch-ebm si mantiene sempre molto orecchiabile. Per "Behind The Light" immaginate dei Persephone leggermente più rock, con un ritornello che ammalia sin dal primo ascolto grazie alla sensuale voce di Sonja. Dopo il rock di "Bleib" troviamo uno dei pochi duetti presenti sul disco ovvero "Requiem", trascinante song condita di elettronica. Con "Blutrot" siamo sempre in contesti rockeggianti ma stavolta arricchiti da morbide melodie d'archi, mentre "Reborn" è uno dei pochi pezzi che lascia indifferenti. Arriviamo al brano clou di tutto il disco, impossibile resistere alla voglia di ballare, "Es Tut Mir Leid" è un pezzo nato per il dancefloor, un duetto che sancisce la migliore esibizione dei due cantanti e un ritornello tra i più avvincenti dell'album. S-T-U-P-E-N-D-O. Inquietanti sussurri ci portano a "Niemals", uno dei pezzi più drammatici e anche questo tra i migliori del disco. L'album si chiude con "The Cleansing", pezzo electro-pop, e con "Namenlos" in cui le influenze dei Persephone dominano, grazie anche al bellissimo uso degli archi, e accarezzano il malinconico duetto finale. Del secondo disco presente nell'edizione limitata mi sento di consigliare solo l'inedito "When The Sun Has Ceased To Shine" e le cover di Anthoni Jones e Spiritual Front (molto meglio dell'originale quest'ultima :-)).
Tirando le somme i LAI tornano con un gran bel disco, assolutamente degno dei loro primi successi, trovando finalmente il loro equilibrio ma senza rinunciare al loro stile originario e calibrando gli elementi nuovi. Aggiungete un artwork stupendo, fatto di suggestioni acquatiche e di radure proibite, e avrete un prodotto che riserverà non poche sorprese agli amanti del gruppo e non solo. Un requiem s'alza per chi ha perso non solo la vita ma anche il nome.
Namenlos...Wir Bleiben Hier
Namenlos...Wir Treiben Hier.
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