La new wave a cavallo tra i due secoli ha stancato già da un pezzo. E già da un pezzo le giovani band statunitense cresciute a pane e anni ‘80 hanno scelto altre strade. Fleet Foxes, Grizzly Bear, Real Estate, Mumford&Sons, White Rabbits e ultimi i Local Natives con quest’album di debutto. Begli esempi su come fare un revival fresco, genuino e talentuoso. Qualche anno e stancheranno pure loro? Alcuni si, altri no.
Non fatevi ingannare da "Wide eyes", il brano di apertura, con quel riff di chitarra iniziale. Il mio primo pensiero è stato “il solito new wave con ammiccamenti beat insomma”. Perché a un certo punto le cose cambiano. Prima la batteria che suona cromaticamente sui bordi del rullante e del tom. Poi il cantato che intramezza armonie corali lontano dai microfoni. Allora è il solito newwaveetceteraetcetara! No. Il sound è afro-folk-rock (?), non epico-disco-tumztumz (??). Superato il pezzo d’apertura e il seguente, "Airplanes", l’album acquista sempre più sicurezza, soprattutto da "cards and quarters" in poi, definendosi sempre più. E alla fine ne esce un bel prodottino. Raffinato, rustico, lirico, ritmico. Pur essendo un debutto giovanile (uso e abuso della batteria senza alternative), "Gorilla Manor" mantiene una sua dignità stilistica. Se Wikipedia lo ha definito “afropop-influenced guitars with hyperactive drumming and hooky three-part harmonies” puo’ significare due cose: vuoto cosmico o qualcosa di avvincente. La seconda che hai detto.
Il lavoro dei cinque losangelini puo' apparire indeciso. E’ stato negativamente definito/indefinito a metà strada tra east e west coast rock statunitense, la prima seguirebbe tendenze melodico-psichedeliche e la seconda rurali-folk. Personalmente credo che i limiti di questa band riflettano una voglia di non strafare. Furbizia o modestia? Questo lo stabilirà solo la storia, in altre parole la loro longevità. Personalmente tre e mezzo pieno. “Non si nasce imparati” si dice dalle mie parti, chissà come si dirà ad Orange County…
Carico i commenti... con calma