Pensiamo ad un mondo perfetto, un mondo dove non esiste la disuguaglianza, dove nessuno è scortese, nessuno fa domande indiscrete, nessuno insulta, tutti rispettano le regole, un mondo dove non esiste il dolore, la sofferenza, la solitudine, dove la frustrazione e la tristezza possono essere scacciate con una pacca sulla spalla, dove tutto va come deve andare, nel modo più perfetto possibile.

Questo è il mondo descritto da Lois Lowry nel suo libro "The Giver", che racconta la storia di Jonas, dodicenne che passa la sua esistenza nella Comunità, dove vive assieme alla sua unità familiare, Mamma, Papà, e sorella Lily, frequenta la scuola che insegna la padronanza del linguaggio, e svolge meticolosamente ore di volontariato sotto l'acuto sguardo degli Anziani che da li a poco lo designeranno alla mansione che svolgerà per tutto la vita all'interno della Comunità stessa, a seconda delle capacità che hanno, dopo scrupoloso esame, individuato in lui.

Jonas è soddisfatto della sua vita regolare è perfetta finché non apprende che la mansione affidatagli dagli Anziani è quella di "Accoglitore delle Memorie" della Comunità, sotto l'attenta guida del vecchio Accoglitore, che da quel momento in poi diventerà "Il Donatore" - The Giver.

Cosa sono le Memorie? Le Memorie sono i ricordi del mondo, prima della Comunità, che ha fatto dell'Uniformità il suo credo, e che per evitare caos, sofferenze e differenze, ha deciso di non far condividere ai suoi abitanti, ma di far custodire ad un solo individuo che ne porterà il fardello.

Fardello che Jonas non sa se potrà sopportare.

Yin e yang, bianco e nero, bene e male, ogni medaglia deve avere necessariamente il rovescio che la completi? E' assolutamente necessario che ogni cosa abbia una sfumatura che la rende diversa dalle altre? Tra le scelte che siamo costretti a compiere ogni giorno, ce ne sono alcune di sbagliate che possono distruggerci la vita, non sarebbe meglio che tutto fosse uniformato così che nessuno possa commettere errori? Non sarebbe stupendo poter eliminare tutte le cose negative della vita?

Ma eliminando gli aspetti negativi andrebbero, per contro, persi anche quelli positivi, perché se non si conosce la sofferenza come potremmo sapere cos'è la felicità? Senza il dolore come comprenderemmo la gioia? E senza l'odio come sapremmo riconoscere l'amore?

Queste e un'altra infinità di domande sorgono leggendo questo piccolo romanzo, che dalla sua pubblicazione, anno 1993, è stato, cito dalla quarta di copertina, "censurato in molte scuole americane perché accusato di trattare temi come la sessualità, l'eutanasia e l'infanticidio in modo esplicito".

Nato come romanzo per ragazzi "The Giver" risulta una lettura per tutte le età perché i dubbi e le angosce del protagonista, anche se dodicenne, sono gli stessi che ognuno di noi, guardando all'evoluzione della nostra società, può avere.

Alla fine il libero arbitrio è un dono o una condanna?

Carico i commenti...  con calma