La prima cosa che ho pensato dopo aver avuto tra le mani questo disco è come diavolo sia possibile arrivare a un nome come Lola Stonecracker per la propria band. Un quesito che mi piacerebbe fosse posto loro in una delle interviste che faranno in fase promozionale, staremo a vedere insomma. In secondo luogo il significato di “hard’n’heavy / post grunge band”, in pratica fanno tutto e niente al tempo stesso secondo questa breve descrizione della proposta. Ma andiamo oltre, ossia al loro nuovo album “Doomsday breakdown”. Un disco che di sicuro ha qualcosa di heavy al suo interno, ma ben poco se paragonato al quantitativo di rock’n’roll che troviamo nei ben quindici brani proposti. Aver condiviso il palco con Reckless Love, Gilby Clarke e Adler’s Appetite ha sicuramene dato quel gusto anni ‘80/’90 al sound dei Lola Stonecracker, validi compositori e sempre pronti a piazzare assoli da guitar heroes e brani cafoni al punto giusto. Un gruppo che sa tenere botta insomma, abile nello sfornare qualche potenziale hit come “Witch lady” e “All this time” e che al tempo stesso non ha nemmeno paura di piazzare qua e la qualche ballad vecchia scuola abili nello scaldare i cuori dei rockers più romantici. Il grosso punto a favore di questa band è rappresentato dal cantante, davvero molto bravo nello svariare su più tonalità e a tenere alto l’indice d’interesse dell’ascoltatore in ogni brano attraverso performance sopra le righe. In conclusione viene da chiedersi quanto siano utili le biografie oggigiorno, visto che spesso e volentieri poco ci azzeccano con le proposte delle band. Un neo che comunque sia non macchia un bel disco hard rock come “Doomsday breakdown”.

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