Ecco le canzoni della mia altra vita, quella che non ho: i ritornelli che canterei nel bagno mentre la terza moglie versa altra acqua calda nella tinozza di legno dove sto in ammollo, e il sole occhieggia tra le foglie di chonta del tetto.

Un’ambientazione che non sorprenderebbe Loop Guru, visto che è da culture equatoriali dell’oriente che il dottor Muud e il professor Gita ordinano gli strumenti che suonano - quelli che non si sono fatti rifilare dai beduini durante l’ultima escursione in Nord Africa, cioè. Probabilmente, questi strani personaggi, tutti i loro biglietti di auguri di Natal- uhm, di Ramadàn, li hanno affrancati con la tariffa “dall'Asia e Oceania”.

La loro non è musica che si compra. Questi suoni si sentono continuamente, fanno parte della vita. Queste non sono percussioni, sono le dita della prima moglie che lavora la farina sulla grande spianatoia di cedro. Queste non sono campane, è il richiamo al collo del montone capogregge. Questi non sono effetti elettronici, è il coro delle giovani che lavano al fiume le selle dei dromedari là sotto, oltre il canneto degli aironi. E questo non è un sequencer, è il galoppo del mio purosangue nero. Uno xilofono, questo? No, è il vaso di terracotta nel quale fermenta il nettare degli dèi, del quale Loop Guru ti sta offrendo una coppa per un brindisi: che tu sia benedetto con molte mogli, molte pecore e molti anni per mettere gravide le une e dormire al calore del corpo delle altre.

Questi suoni non si comprano perché sono loro che vengono a te, gratuitamente, continuamente. Questa non è musica, è vita. Tutta questa storia della civiltà occidentale è una tua fisima, è un brutto sogno. Senti la notte come canta, come balla all’insistenza delle tabla. Quando taceranno, quando per un minuto ogni creatura tratterrà il respiro e tutto si fermerà per un lungo attimo, il sole si leverà a est. Bentornato qui, al confine col deserto, nella tua tribù. Quei costosi dischetti di plastica brillante non ti serviranno mai più.

Adesso che sei tornato, non dovrai mai più limitarti a sognare. Bentornato alla vita vera.

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