L'industria discografica ha sempre avuto un occhio di riguardo verso stelle e stelline di cinema e tv. Non si contano, infatti, i 45 giri registrati con estrema disinvoltura da questi figuri che spesso stanno al belcanto come Cicciolina alla verginità e che passano dalla telecamera al microfono con la grazia di uno scaricatore di porto.

Poteva il nuovo millennio essere da meno? Certo che no!

Eccovi quindi servito il concentrato dell'inutilità, vera epitome dei catodici tempi moderni: un "disco" che disco non è, che ha una interprete che interprete non è, cantato in una lingua che lingua non è. Ecco a voi il "Tuka Kulos"!

Con un titolo del genere la cantante non poteva che avere la faccia come il kulos e infatti il suo nome corrisponde a Loredana Lecciso, ex moglie di Albano Carrisi ed ex presenzialista televisiva dalle qualità imbarazzantemente nulle. Per i pochi fortunati che, vivendo sulla Luna, non conoscono la saga delle sorelle Lecciso (come se una non bastasse) faccio il riassunto delle puntate precedenti. Loredana Lecciso, origini leccesi, tenta sin da giovane di farsi strada nell'etere pugliese con la benedizione del primo marito (un editore locale) ma non riuscendoci tenta il grande salto abbordando un Albano fresco di divorzio e cominciando ad apparire al suo fianco in trasmissioni televisive nazionali.

Presi i dovuti contatti nell'ambiente, comincia ad affrancarsi dal consorte prendendo parte con la sorella Raffaella a programmi di dubbio gusto con lo scopo di sfondare nello show-business ma riuscendo sostanzialmente a sfondare il solo scroto dei telespettatori, rivelandosi per quello che realmente è: un'oca giuliva arrivista dalle assenti doti artistiche ed intellettuali. Come si poteva negare a tale personaggio una chance nel music-business? Di chance ce n'è stata, in verità, più di una: il primo singolo datato 2005 e intitolato "Si vive una volta sola": un brano dall'arrangiamento latino dove la nostra Lory rivendica le proprie scelte di vita e rimarca la propria moralità contro le maldicenze altrui (salvo poi, nel videoclip, strusciarsi ammiccante e semi-svestita su un letto rosso fuoco tra piume e paillettes) e infine il singolo in questione datato 2007: il "Tuka Kulos", appunto.

Dicevamo: un "disco" che disco non è perché fortunatamente, a differenza del predecessore, non lo trovate nei negozi, dato che è stato distribuito solo in rete e alle emittenti radiofoniche a scopo promozionale, riuscendo ad attirare un numero di attenzioni pari a zero se si eccettua la doverosa presa per il culo (anzi, per il kulos) di Fiorello a "Viva Radio 2". Un "disco" che ha una interprete che interprete non è perché la Lecciso ha semplicemente accostato il proprio nome a mò di bollino Chiquita (come se il suo nome fosse un certificato di qualità) ad un pezzo scritto e cantato da una sua sedicente fan. Trattasi nuovamente di uno squallido brano disco-latino (per un imperscrutabile disegno para-divino i peggiori brani trash hanno tutti sonorità latine) dagli arrangiamenti poco più accurati di una base midi per piano-bar, cantato in una favella che risulta essere una raccapricciante commistione tra italiano, pseudo-spagnolo e vaneggiamenti nonsense da far sembrare la biblica Torre di Babele una sezione distaccata dell'Accademia della Crusca.

Perfetto per una sala da ballo per sessantenni minigonnate, questo brano vi indurrà a pensare riguardo i profondi significati del suo ritornello ("Do do di da di da di do do") e ad imprecare contro chiunque abbia avuto la geniale idea di proporre la Lecciso al pubblico ludibrio. Non vi abbattete però: poteva andare pure peggio. Dallo squallido forum di Loredana stessa (il cui argomento di discussione principe è la mole di lavoro di mano che suscita nei suoi "fans") si apprende, non senza sudori freddi, che era addirittura in programma uno show televisivo con la Lory conduttrice, fortunatamente mai andato in porto.

Sedetevi quindi sulla bianca porcellana del vostro gabinetto e "godetevi" questo sedicente singolo intonando tutti insieme "EVRIBADI! TUKA KULOS!".

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