"Il cervello da solo crea più problemi di salute di un intero reggimento". E lì mi son fermato a sondare con la vista psichica quell'interessante replicante che è la nostra Lory.
Io ho un trittico di libri che spazia tra il faceto e il faceto di pregiudizi (i nostri), con punte "serie" di filosofia concreta che ti fanno trasecolare inaspettatamente. I libri in questione sono: "Ho ammazzato Gigi Rizzi" (quello che è stato con la Bardot), "Mi chiamo Evaristo" (sul geniale Beccalossi) e, dulcis in fundo, questo "Piacere è una sfida", diario interiore della Loredana.
Già il titolo induce a leggere al contrario "ottobre" visto l'effetto pirotecnico che subitaneo provoca l'estasi che l'autrice rivela: "Questo è un libro che ho cominciato molte volte: centinaia di titoli mi sono passati per la mente e improvvisamente sono tutti scomparsi. Ho trovato mille inizi veramente originali, ma si sono dispersi nel vuoto della mia impossibile memoria"... BOOOM!!!
Subodoravo da sempre che la veronese avesse delle doti psichiche particolari, oltre a quelle da "gorilla": "Dovevo ritrovare me stessa. Quel giorno ho deciso che non avrei più letto libri e che nel tempo libero avrei fatto sport. La mia vita era un libro". E che diceva Gurdjieff negli anni del Prieurè se non la stessa cosa? Il caucasico non lesse più libri e iniziò a scrivere i suoi.
"Ho fatto una promessa a me stessa; domani sarò già alla prova. Domani, sempre domani". E questo che cos'è se non lo Zeno di Svevo: "La fiducia di superare qualsiasi minaccia di sventura che m'atterrisce è dimenticata nella fiducia di saper evitarla" (qui è Zeno Cosini che parla). D'altronde "Tomorrow" prometteva l'Amanda Lear.
È chiaro che sono amabili anche gli sfondoni che incontriamo "nel cammin" della lettura, ma se un vortice si manifesta come i sentimenti che Lory confessa, le vertigini includono anche il kitsch che la vita, nella sua matericità, ci propone: "Il tempo invecchia solo le cose mediocri, le altre le arricchisce".
Ammaliante la dolcezza femminea che questa donna possiede. Mi ricordo di una mia amante che a vederla così non aveva granché che attirasse... Aveva la fila alla porta di uomini, era amorevole, era rassicurante, era femmina che ti faceva sentire accolto nella tua natura, che invogliava a ritornare sempre alla sua alcova, che cullava di beatitudine la parte maschile del partner e tutti i suoi milioni di spermatozoi.
Così è la Del Santo, con le sue provocate sbandate a Khashoggi, musa al momento giusto di un Clapton folgorato da questa "lady of Verona", molto più di Bjorn Borg con quell'altra Loredana.
La tormentata infanzia (con nascita nella stalla) e la disgrazia capitatale doppiamente con i figli non fa altro che aumentare la mia ammirazione per aver tirato fuori una forza per continuare, cosa che io non saprei trovare, quella forza di continuare se ti muore un figlio, figuriamoci due. E non è ottimismo né superficialità e neanche egoismo, è un livello di capire il "tutto accade" e di cercare di trasformarlo in evoluzione, anche quando ci viene presentato un conto salato.
"Che bello il panorama tutto bianco! La neve riesce a dare un tocco artistico a tutto e nel grande parco illuminato che osservo si creano visioni magiche, fiabesche, che vorrei fotografare e imprimere in ogni angolo della mia mente". La Lory in fondo l'ha vista quella cacata sulla neve ma, dotata di una sensibilità superiore, non ce lo comunica rimanendo in un'estetica scontata, fondamentale per preservare future erezioni. Lo sa benissimo che il pirulino non vuole problemi: ..."e io, che sono una maga nel risvegliare corpi moribondi, vedo la possibilità di una seconda reazione".
Come non poteva essere padrona di quella forza di gravità "ascendente" oltre ad avere una visione tantrica inaspettata rispetto al sesso?: "Io invece ritengo che non ci sia niente di più intrigante del provare un'esaltazione assoluta senza essere toccati nei punti nevralgici".
Mistifica coscientemente e incoscientemente Loredana: "Io continuo a non capire; a volte sono un po' ebete... In realtà non lo faccio per gli altri, bensì per me stessa".
Cosicché l'anima dell'esoterista viene irrimediabilmente fuori: "Mi soffermo sempre a pensare alla grandezza dell'universo. Il cielo mi sembra il vero potere universale, la vera essenza della nostra esistenza, che quindi è dominata dal vuoto". Però!
È un continuo di cose grosse che escono fuori, cose grosse: "Tu a che livello sei? Te lo sei mai chiesto? Puoi dimostrare di aver cercato di uscire dal letargo?" Maieutica socratica, e poi la caverna di Platone! E non è finita, c'è ancora l'inciampo in quel "fai ciò che vuoi sarà la tua legge" di Crowleyana memoria: "vorrei decodificare il male. In fondo mi piace ciò che voglio". Per poi recuperare la strada per l'eden: "Siamo in pochi, abbiamo percezioni particolari, e proprio l'essere incompresi ci rende più forti. Non abbiamo paura di nulla. La mia bontà è illimitata... Voglio provare a meritarmi il paradiso". T'e capì?
Lungimirante e profetica ci indica la strada della verità nel non accettare mutazioni genetiche oggidì dannatamente attuali: "Ci vuole integrità, un DNA sano"...
"È solo ciò che consideriamo che ci angustia". Ecco, il libro non "angustia" perché l'autrice è arrivata alla sacra arte di constatare le cose, lasciando una libertà inaspettata al lettore.
"The Lady" ha dimostrato visivamente, specialmente con quella web serie, cosa significa essere dentro alla realtà affiancandosi a quei tempi sospesi e dilatati e assenti che solo Joyce e pochi altri hanno saputo disintegrare.
Una telenovela aliena ci spalanca un "apriti sesamo" al miserabile che ci appartiene e, oscenamente, ce lo imbocca nel gargarozzo inscenando un soffocamento da strozzamento delle nostre convinzioni estetiche da quattro soldi. Ed ecco che la nostra soubrette ci porge una benda per coprire gli occhi e nella non visione dell'oscurità vedere con la fede sprazzi d'invisibile che ci circonda.
La confessione è senza filtri e non ammicca all'esterno, sono pensieri solitari per se stessa e noi partecipi per caso ringraziamo silenti della condivisione.
"Al buio succedono molte cose".
W la Lory, che Dio la benedoca...
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