Album geniale di un gruppo immeritatamente sconosciuto.
Stiamo parlando dei Natas, rappresentanti del filone Stoner-Rock argentino, a mio giudizio una delle band stoner più valide ed emozionanti attualmente in circolazione.
I Natas raggiungono con Corsario Negro una tappa importante del loro cammino inziato con i precedenti Delmar e La ciudad de Brahman, tuttavia è difficile considerare un solo album dei Nostri come prodotto a sé stante, almeno è difficile per me, poiché considero il tutto come un insieme che mi svela solo parte del magnifico mondo Natas.
Come dico sempre ai miei amici, i Natas non somigliano a nessuno, non sono Kyuss-like, non sono QOTSA-like, sono qualcosa di totalmente differente. E speciale.
Potrei parlare della loro originalità, della indubitabile tecnica che si cela (mica tanto) nelle loro composizioni... vorrei parlare invece solo di emozioni, perché sono la cosa principale e l'unica importante che affiora ascoltando ad esempio il loro ultimo "Corsario Negro".
I titoli evocativi (Planeta Solitario, Contemplando la Niebla...) non nascondono false promesse: la sensazione è diretta, una cavalcata nel deserto in una notte oscura, meglio, durante un'eclissi di sole, in cui lo spirito si perde e poi ritorna acquistando una nuova dimensione.
Riff pesanti e ipnotici, chitarroni acidi che sembrano salire dalla gola di una montagna (Meteoro 2028), melodie struggenti (Lei Motive), la voce che sigilla poche ma significative parole e mai in primo piano, come spesso parlano i sogni o gli incubi. È questo uno stoner-rock (se cerchiamo facili etichette) fatto di grande passione e ancora più grande poesia, che si adatta a dire il vero meglio all'autunno che all'estate, per la sua cupezza: provate voi, come ho fatto io, in una fredda sera autunnale in cui il mondo è avvolto dalla nebbia, ad ascoltare Contemplando la Niebla (and smoking a big fat joint too!!!!!), e capirete cosa intendo.
Provate voi ad assumere lo stupendo Corsario Negro come pilota musicale di un lungo viaggio in macchina (Viaje... en la tempesta...) e ditemi se non starete viaggiando verso la luna.
Natas al contrario si legge Satan, ma ora che ve l'ho detto non pensate a trovate pubblicitarie di bassa lega o "diavolerie" alla reverendo Manson: Natas è il nero, l'oscuro, l'ipnosi, il sogno che è concesso all'essere umano e che non deve necessariamente finire.
...huésped de las nieblas...
Carico i commenti... con calma