La pioggia spesso evoca sensazioni e suggestioni umane con impronte sia razionali che illogiche. Un'ora di ascolto di "Endless Fall" significa scavare nel profondo facendo riaffiorare certi stimoli emotivi che sono frequenti durante questo umido fenomeno atmosferico.
Attraverso una tessitura di bassi dub regolari e battenti, mescolati a brevi exploit strumentali di archi e pianoforte e rumori atmosferici, il canadese Scott Morgan ritorna a quattro anni di distanza dal suo capolavoro stilistico "Plume" (Kranky Records, 2006) con un nuovo capitolo del suo progetto solista, riproponendo l'elemendo "acqua" già espresso nel 2002 con "Submers" ma questa volta in veste meno oscura e più umana. Pulsazioni dub e acustiche si fondono ad atmosfere ambient come gocce che toccano il terreno, ma per penetrarvi ci vuole tempo: non è un ascolto immediato e permeabile. Un disco da assaporare gradualmente.
A parte la conclusiva spoken word - forse un po' forzata, comunque una novità nel progetto Loscil - "Endless Falls" conferma la bravura di questo raffinato artista erede di Schulze, Eno e co. consolidandone la credibilità tra gli esponenti di spicco della musica d'amosfera, sebbene il suo carattere schivo e la sua umiltà non l'abbiano mai aiutato a finire sotto i riflettori. Niente male per uno che ad inizio carriera componeva colonne sonore per cd-rom e dvd.
Carico i commenti... con calma