Il mitico Lou Reed ci regala un piccolo capolavoro della musica!

Il 1972 irrompe con staordinaria forza: è l'anno in cui i Pink Floyd stanno in balia della onda a pensare al famoso disco di loro, o senz'altro il più famoso, "The Dark Side Of The Moon": infatti questo ragionamento non fa una grinza.

Ma tornando a Lou, che era il famoso chitarrista dei Velvet Underground (se non conoscete procuratevi quel disco con la banana in copertina oppure quello tutto nero che ancora non si è capito che cosa rappresenta) e cantava di sesso droga e rock'n'roll, come anni dopo farà anche Iggy Pop, e molto dopo anche Axl Rose, incide "Transformer", aiutato dal David Bowie di quegli anni - niente Brian Eno ma abbiamo proprio lui, solo Bowie, con ancora un suo amico: i tre allegri ragazzi non morti (per fortuna) fanno un disco incredibile, a partire dalla famosa copertina, una foto di Lou Reed con la chitarra dove ha la pelle tutta bianca.

Il disco contiene simpatiche canzoni fra cui anche la sottile "Walk On The Wild Side" che narra una storia dove appare anche una vecchia musa di Warhol, di nome Candy, che nel retro sembra facesse sesso con altri uomini, c'è anche un verso molto anarchico per quelle epoche degli anni '70, che parla di qualcuno che si depila le gambe e diventa una donna (un uomo, che diventa donna, se no il povero Lou avrebbe scritto un verso senza senso). Si potrebbe parlare di più della canzone, che in effetti è piuttosto scarna ma comunque efficace, con un basso molto incisivo, aggressivo e politicamente scorretto: infatti il rumore è forse un po' alto ma comunque non basta a coprire la voce di Lou, inoltre la canzone ha un rumore di donne che fanno un coro che sembra venire dal paradiso: impossibile resistere alla forza della canzone.

E poi, poi c'è forse il capolavoro di Lou Reed, "Perfect Day", che parla di una giornata perfetta.
Sembra che Lou l'abbia scritta per la moglie che aveva a quei tempi, e che purtroppo si è divorziata da Lou nel corso degli anni: come la Sad Eyed Girl di Bob Dylan, ovvero la moglie Sara, anche la moglie di Lou non ha tenuto conto delle belle canzoni che il marito le aveva scritto e si sono lasciati, questo dimostra che anche il rock è una storia un po' triste per alcuni.

Il titolo potrebbe essere dovuto al fatto che Lou voleva far pensare che si sarebbe cambiato di sesso a maschio a femmina così lasciando un enorme dubbio sulla natura sessuale a propisito delle confuse idee che il pubblico della musica già aveva, ma a Lou sembra non importare e lo fa comunque, intitola il suo disco proprio così come vuole lui, anche se Bowie avrebbe voluto chiamarlo "Lou Reed The Second".

Comunque, è psichedelico questo disco soprattutto nel non-sense di "Vicious" dove il cantante è colpito da un'altra persona con un fiore, un fatto alquanto strano, ma siccome l'idea (così ho letto) proveniva da Andy Warhol, poteva andar peggio!

Un disco molto rock'n'roll negli intenti, il prodotto finale sa più di glam-rock, e comunque ci si sente un po' di tutto dentro ai solchi del vinile "Transformer": il fantasma della composizione di "I'm Waiting For The Man" aleggia sopra al disco, oppure evidenti richiami al mondo rock di quegli anni, come riff di chitarra molto devoti agli Who, si veda "New York Telephone Conversation", dove anche Bowie contribuisce con quei suoi ostinati lamenti e gridolini che faranno scuola fra i proseliti della new wave americana, in pratica di punk non c'è niente in questo disco, cosa che potremmo notare in "Rock'n'Roll Animal" soltanto.

Non è certo un disco da quattro soldi, se la gioca con "The Idiot" di Iggy Pop e "Nevermind The Bollocks" (come tematiche no, come suono forse un po', ma come attitudine certamente). Infatti Sid Vicious prese il soprannome dalla canzone di Lou Reed che ormai, dopo la recensione, tutti conosciamo: questa è la vera magia dei grandi rockers, sanno venire dappertutto e influenzare tutti, seminali o no, originali o no.

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