“ <<…tu non sei un b-boy come noi…>> qualcuno dice. Niente drammi, tanto non capisco manco che mi dice. In affetto… Perché i problemi sono quelli seri e mi diverto con chi rifà il verso ai frichinetti neri…”

Chi è Luig(g)i? Un bastardo senza Dio né Stato, parole sue. Un grezzone di Pescara che si esprime in un cattivo italiano pieno di abruzzese. Non sta lì a curare la metrica, non fa giochi di parole, non gliene potrebbe fregare di meno di farsi notare per il suo stile. È incarognito e vomita il proprio dissenso in un microfono, punto. Non è nemmeno sempre chiaro con chi ce l’abbia a dire il vero. Quello che emerge dai suoi pezzi è un profondo e generalizzato senso di sfiducia nei confronti della società e delle forze dell’ordine, oltre al disinteresse per le dinamiche di un ambiente, quello del rap italiano, a cui non sente di appartenere affatto. Ci sono i suoi amici che vengono a fargli i cori, magari una strofetta, e bastano e avanzano.

Se liricamente il disco è sporco e ruvido, musicalmente non è da meno. Le basi del socio Disastro sono minimali, abrasive, oscure ma indubbiamente potenti. Accusano in pieno il peso dei loro venticinque anni e va benissimo così: batteria in evidenza, basso talvolta a malapena udibile, uno massimo due campioni messi in loop e via andare. Tra un’invettiva e un po’ di caciara coi paesani, capita pure di imbattersi in un racconto vivido e toccante: Cinque Minuti Di Paura, storia di tossicodipendenza ed emarginazione che colpisce dritti alla bocca dello stomaco come un montante di Tyson quando era in forma. Devastante, bellissima, d’una tristezza così autentica e così poco ostentata da lasciare senza parole.

“A Volte Ritorno” va preso così com’è: un lavoro da cui emerge molto più l’istinto che la ragione, arrabbiato, ingenuo ed ignorante. Carico di urgenza comunicativa anche quando non sa bene cosa e come comunicarlo e proprio per questo, in grado di avere un impatto maggiore di tanto rap dell’epoca che fondamentalmente, parlava a sé stesso di sé stesso. Ristampato di recente dalla Sony nonostante l’autore abbia smesso da un pezzo.

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