Capita a volte che ci passi tra le mani l'atto di nascita di un raffinato compositore: come nel caso di "De Staat", la composizione che più di altre ha rivelato le qualità di Louis Andriessen, nato a Utrecht nel 1939.

Il brano è stato scritto nel periodo 1972-76: una lunga gestazione per un pezzo che dura circa 35 minuti. Ma erano tempi difficili, e "De Staat" (la repubblica, in olandese) si propone come musica impegnata politicamente. Si ispira alla Repubblica di Platone, laddove si dice che la musica è una forza sovversiva nella società. Andriessen però vuole ribaltarne il punto di vista: non abbastanza pericolosa - sembra dire - nonostante i nostri sforzi il sistema sembra sempre prendere il sopravvento sugli spiriti liberi.

Musica politica (degli stessi anni è un altro famoso brano di Andriessen, "Workers Union", ispirato ai movimenti sindacali) ma del tutto svincolata dall'ideologia: anche da un punto di vista musicale.

"De Staat" è scritto per un ensemble molto originale nell'organico: una trentina di elementi (quindi non una vera orchestra sinfonica, piuttosto una piccola orchestra) in cui spiccano gli strumenti a fiato (metà esatta dell'ensemble) e in particolare gli ottoni; ci sono anche due chitarre elettriche e un basso, mentre gli archi sono rappresentati soltanto da quattro viole; il testo del sommo Platone è intonato da quattro voci femminili...

La musica è irruente e vivacissima, suddivisa senza interruzione in una dozzina di episodi principali trattati a moduli: mai gli strumenti e le voci tutti assieme, ma a blocchi: ora i fiati da soli, ora i due pianoforti con gli ottoni, ora il coro femminile cui si aggiungono i pianoforti o gli ottoni, e così via. Il linguaggio ricorda talvolta il minimalismo americano seppure filtrato da una sensibilità europea. Come se Stravinskij incontrasse Steve Reich!

E Andriessen, compositore più giovane rispetto ai grandi nomi emersi negli anni '50, evita senza farsi problemi quel tipo di complessità, scrivendo una musica - se non proprio tonale - con dei centri di gravitazione riconoscibili, segno di indipendenza stilistica oltre che di determinazione nell'affermare le proprie caratteristiche.

Ne risulta un pezzo molto marcato dal punto di vista ritmico e sostenuto nei tempi: scattante, veloce, a tratti minaccioso, dalle sonorità aggressive, "De Staat" è un saggio riuscito della personalità di Andriessen.

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