Non importa quale chitarra abbia tra le mani, può essere una tagliente Telecaster o una più delicata acustica a dodici corde, il timbro può essere distorto oppure privo di effetti, quel che è certo è che un personaggio dal carisma totale come Daniel Ash ci farà correre qualche brivido lungo la schiena se facciamo partire "Express", disco in cui è protagonista anche in veste di cantante, oltre che al sax. Non che i compagni di viaggio saliti su questo treno espresso siano da meno: incisivo come sempre il drumming di Kevin Haskins, tenebroso come sempre - dietro ai suoi occhiali scuri - David J, il fratello di Kevin, a completare al basso il suono complessivo del terzetto. Una volta erano un quartetto, e si chiamavano Bauhaus, negli anni '80 hanno proseguito la loro avventura senza il frontman delle origini, e si sono chiamati Love and Rockets.

"Express" è il loro secondo album, uscito nel 1986. Le idee non mancano in questo lavoro in cui si respira un'atmosfera meno tesa rispetto al periodo Bauhaus e una transizione, tutto sommato comprensibile, verso una musica meno cupa, che cerca di risultare accattivante senza per questo scadere nella banalità. E addirittura, in certi episodi come "All in My Mind" o la conclusiva "American Dream", aprendosi a sonorità sognanti e quasi psichedeliche che ritroveremo in forze nel terzo album. O ancora, dando spazio a hit perfetti per la pista da ballo come "Ball of Confusion", metafora del caos del mondo di oggi ("Ball of confusion / that's what the world is today, hey hey").

Comunque sia, nella decina di brani che compongono il disco, c'è ancora spazio per riff di chitarra assassini e batterie picchiate senza risparmio come in "Kundalini Express", il treno esoterico sul quale i Love and Rockets ci invitano a salire: nell'Induismo, kundalini è il termine che indica l'energia corporale simboleggiata da un serpente attorcigliato alla base della nostra spina dorsale, che può essere risvegliato mediante opportune pratiche di meditazione; lo scopo è raggiungere l'unione con il Divino, in uno stato di beatitudine perfetta.

Insomma, capito perché all'inizio della recensione parlavo di brividi lungo la schiena?

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