Un inizio etereo, quasi lugubre, un organo sospeso in un'aria gelida. L'atmosfera cambia repentinamente, sconvolta da un battito cadenzato. Voci elettroniche si uniscono al coro ed infine sopraggiunge un canto limpido, puro e solenne.

I Love Is Colder Than Death, unendo composizioni classiche o arcaicizzanti, spesso dallo spiccato senso gotico, con un'elettronica sapientemente dosata, sono gli interpreti d'una sconvolta ricostruzione musicale, tesa a ritrovarne l'essenza e l'equilibrio.

Risultato d'un così ardito proposito sono sorprendenti (improbabili?!) brani che fondono senza alcun rispetto (cronologico? e non solo) canti gregoriani e passaggi barocchi con ritmiche dance o vicine all'industrial, trasformando slanci mistici ed arie da cattedrale in follie ultramoderne. La bella voce di Susan Heirich, accompagnata Maik Hartung e Sven Mertens, abili polistrumentisti, tenta in questo modo di seguire le orme dei Dead Can Dance, paragone obbligato per questo trio.

È innegabile che il duo australiano costituisca, con i suoi estatici equilibri armonici, il vero e proprio punto d'abbrivio della formazione svedese, che, però, ha il merito di aver saputo condensare abilmente i risultati raggiunti finora dalla complessa ricerca musicale non solo dei Dead Can Dance, ma di tutta quella corrente della dark-wave che ha voluto flirtare con l'ambient e la musica classica-medievale, recuperando inoltre la lezione del dream-pop, senza trascurare i semi dell'industrial sparsi negli anni ottanta.

Caratteristica interessante, curiosa, ed in qualche modo innovativa, del gruppo è quella di riuscire a "stravolgere" i rapporti temporali che vigono all'interno delle loro composizioni. Non è un semplice sommare, secondo uno schema meccanico, arrangiamenti elettronici a partiture classiche, né è possibile dire che si limitino ad inserire aperture medievali su beat moderni. Gli stili e le epoche paiono competere tra loro nel tentativo d'imporsi come riferimento, inseguendosi e contaminandosi continuamente. Una sfida che sembra avere come vincitrice la modernità, che domina la parte finale dell'album, dopo un iniziale prevalere del passato.

Nuovi, ma non originali, i Love Is Colder Than Death, riescono in questo disco, Teignmouth (1991), a non apparire solo un insipido calderone in cui ribollono Dead Can Dance, Cocteau Twins, Killing Joke e famiglia.
Purtroppo non otterranno lo stesso risultato nei loro lavori successivi, divenendo sempre più pallide imitazioni sintetiche derivate dai grandi nomi a cui fanno riferimento.

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