Memorie di un broccolatore, parte 2.
Perché non può andarti sempre male.
E così sei lì a gongolarti dall’alto dei tuoi tre minuti e mezzo di durata, consapevole di aver dato il massimo, di avere onorato la maglia, di averci creduto sino in fondo.
Poi verranno acrobazie e colpi proibiti, lattice, umori, liquidi, corde, cuoio, ginocchia sbucciate, peli, sudore, efelidi, catene, cartilagini e contorsioni varie….
Persino qualche partita in serie A.
Ma, per adesso, è mooolto più importante partecipare che vincere!
Ed anche lei, mentre è lì che sceglie i nomi per i futuri bambini e soppesa le parole per raccontare tutto alle amiche, che ne sa che verranno biondi Olaf vikinghi, bagnini di Fregene e mandinghi caraibici a mostrarle l’arte del palleggio e le gioie dei tempi supplementari?
Si fotta il domani. Adesso è perfetto.
E lei sorride.
Ora, se non sei mai stato illuminato da quel sorriso di sedici anni, se non sai di cosa parlo, ecco, magari è per questo che crescendo sei diventato un po’ una merda.
Io, anche se non sono certo di ricordare il suo nome, sono sicuro che è grazie a lei se ancora oggi non conosco i partecipanti dei talk show sui VIP, non giro abbronzato a Natale, non ho mai creduto che amare una donna giustifichi il volerla possedere né ho mai votato per la Lega…
E’ grazie a quella luce se la notte non ho più paura.
E’ tutto perfetto.
Però lo sai che la perfezione è più fragile di un cristallo di Boemia, instabile come il posto di lavoro di un millenial, effimera come la bellezza.
Cioé, basta un colpo di vento, una risata fuori posto, una scorreggina non trattenuta, un telefono che squilla, un calzino che spunta all’improvviso, insomma un niente, perché gli dei beffardi si riprendano quel che ti stanno donando.
Così lei si alza per mettere un po’ di musica.
Vedi, a casa mia c’è sempre stato - c’era allora e c’è ancora oggi – un giradischi e, su quel giradischi, c’è sempre stato – c’era allora e c’è ancora oggi – un qualche disco (uno qualsiasi) che aspetta.
Così lei si alza per mettere un po’ di musica (e per farti vedere il culo) e tu hai un colpo al cuore: che cosa ci sarà sul giradischi?
Passi in rapida rassegna i nomi delle divinità maggiormente accreditate alla Borsa Valori delle Grazie Concesse e le preghi tutte in un tripudio di tolleranza religiosa.
- “Fa’ che su quel giradischi non ci stia dormendo il disco sbagliato!”
Non un cantautore piagnone, né uno sperimentatore con ferraglia e oscillatori, niente pallidi vampiri gotici di nero vestiti o jazzisti incazzati!
Ma soprattutto, fa’ che su quel piatto NON CI SIA UN DISCO PROG!
In certi momenti il prog è il più potente degli anticoncezionali.
In quel preciso istante realizzi che il prog è musica per segaioli (ed io ne ho ascoltato tantissimo!).
Ma invece – si fotta Murphy e la sua legge! – l’aria della stanza si riempie delle note di “Move Me No Mountain”, la prima take da “In Heat” delle Love Unlimited.
Bollente! Che groove!
Ora, a quel tempo, di certo non sapevi che quelle tre sgallettate erano in giro almeno dal ’69 e che ci credevano davvero di poter essere le nuove Supremes. E che dietro quel disco c’è una storia d’amore, Amore illimitato.
Orbene, le due sorelle James (Linda e Glodean) e la loro cuginetta Diane Taylor non sono certamente le nuove Supremes (anche se non sono mica male!), però Glodean - oltre ad avere uno strano nome, una voce di velluto, le unghie più lunghe delle dita (provate a guardare qualche foto!) ed un sorriso che sembra una lampada alogena – ha sempre avuto gli occhi lunghi.
E quegli occhi li mette su Barry Eugene Carter che, forse, detto così non vi dirà niente, ma che all’anagrafe dei beneficiati da Euterpe fa Barry White.
Barry ha 28 anni, un matrimonio fallito alle spalle e ben quattro figli; ed è già un genio della musica: compositore e produttore tra i migliori e, insieme al suo sodale Gene Page, è uno con le idee chiare.
Ma non è ancora un cantante, lo diventerà - per puro caso – nel ’74.
Si, ma questa è un’altra storia, così come non è questo il luogo per domandarci il perché (forse imprigionato in un’immagine che puntava troppo a piacere ad un pubblico prevalentemente bianco o forse – erroneamente – ingabbiato nel calderone della Disco e trascinato nella sua damnatio memoriae, oppure per quel suo cantato, personale, ma ben presto divenuto un cliché) il nostro Barry non sia assiso nell’Olimpo della Black Music a fianco di uno Stevie Wonder o di un Isaac Hayes.
Allora, in quei primi anni settanta, Barry non ci pensava proprio a cantare, così si prende le tre sgallettate di cui sopra e se le porta in studio (e Glodean se la porta pure all’Altare) a cantare le sue canzoni.
E fanno subito il botto: “From a Girl's Point of View We Give to You... Love Unlimited” nel ’72 vende più di un milione di copie ed il successivo, “Under the Influence of... Love Unlimited”, fa pure meglio arrivando al numero 3 della Billboard Pop Albums chart. Tutti con dentro un bel po’ di singoli di successo.
Questo “In Heat” è del ’74 e, per chi scrive anche per evidenti motivi sentimentali, è il più bello. Certo qui c’è la versione cantata (quella solo strumentale era nel disco precedente) di “Love’s Theme” che, poi, era il vero motivo per cui quel disco – già piuttosto vecchio e gracchiante – stava su quel giradischi.
Chissà a quale festa te l’eri ciulato, chissà quale abilissima milf lo stava rimpiangendo….
E Priapo, a cui per lungo tempo hai educato allori e innalzato inni, ti ha beneficiato della sua grazia facendotelo trovare proprio lì e proprio in quel momento.
“In Heat” è anche il canto del cigno delle Love Unlimited, perché proprio in quel ’74, per puro caso (come si è già detto) Barry decide di mettersi a cantare; così le tre chicks diventano le sue tre coriste e la Love Unlimited diventa Orchestra (un’orchestra di oltre 40 elementi con dentro gente stellare tipo Ray Parker Jr. o Wha Wha Watson, Lee Riteneur e Ed Greene ed un mucchio di altri) e la stella di Barry offusca tutto il resto.
Le Love Unlimited registreranno altri due dischi, non brutti ma leggermente più anonimi, poi Diane morirà di cancro a soli 38 anni e la storia finisce lì.
Glodean rimarrà al fianco di Barry e nell’81 lui inciderà un disco con lei “Barry & Glodean”, poi anche la loro storia finirà.
Tu, invece sei ancora lì, ad ascoltare quel soul soffuso e sinuoso. Quel morbido, caldo ed appiccicoso groove.
- Baby, ooohhhh baaaby, oh yeah, mmmmmhhhhh, baaby….babyyyy
Perfetto.
Lei si gira, ti guarda e torna da te, accennando qualche passo di danza. E tu, lo giuro, invece di sbavare sulle tette sballonzolanti o rimanere ipnotizzato dal Bosco di Venere, luogo di ogni delizia, la fissi negli occhi!
E’ tutto perfetto.
E giù a pomiciare duro come se non ci fosse un domani.
E sei troppo ubriaco di vita per soffermarti a pensare che, magari, da qualche altra parte, qualcuno, forse reo di non aver creduto sufficientemente nel potere di Dioniso o, magari, condannato soltanto dal suo cattivo gusto, è lì nella sua stanzetta – solo – ad ascoltarsi del metal tamarro o qualche assolo di mellotron da 15 minuti….
Qualcuno che, forse, oggi si porta a spasso un buco enorme mentre va in giro a gridare: “prima gli italiani!”.
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