Oggi il mio pensiero è rivolto ad un gruppo ed un Album che adoro tantissimo... un sogno dilatatorio... "Secret Name"
Quando si parla di Low è difficile riuscire a calibrare le parole, perché si parla d'un gruppo dalle personalità multiple e retrospettivamente parlando, colmo di segreti nascosti, grandi procreatori di capolavori portatori di un sano DNA.
Posso dire che questo Album non è poi così lontano dai precedenti, ma si distingue dall'arrivo di sporadiche e ben accettate intromissioni di archi e pianoforte, che ne accentuano la stabilità di basso-chitarra e batteria, e che daranno un' effettiva "svolta" al gruppo, con l'intento di concedere una più marcata leggerezza e orecchiabilità. Fino ad ora il gusto sopraffino di questo trio, è stato limitato da una cerchia ristretta e selezionata, di veri intimi seguaci, ma che in "Trust", "Things We Lost In The Fire" e fratelli a seguito, contrariamente, concederanno una più ampia accessibilità d'interpretazione "collettiva", in altre parole, rapporto libero di bisogno totale tra pubblico e vendita diretta, in piena spiritualità, canti sacri e religiosi.
Strada facendo, la voce bassa e tenebrosa di Alan (nonchè chitarra e piano) che viaggia e si fonde in piena affinità e complicità con la delicatissima voce della moglie Mimi (nonchè batteria) e il terzo componente, nonchè bassista, sempre in continuo cambiamento, per "Secret Name" parliamo di Zak , incontrano per la registrazione, il produttore, Steve Albini, che darà del suo, arricchendo le strutture basi delle canzoni e accentuando le voci. Un fenomeno travagliato dove si assapora un incredibile miscuglio di indie - rock, che si spinge a picchi di pop e slo-core. L'ascolto d'ogni singola traccia è un'intensa riflessione sul "loro genere" lento e ipnotizzante, lugubre e depressivo, effervescente e solare, poesia e cantico di preghiere sommesse, eleganza e rarefatta semplicità, sostanzialmente, una sorta di lasciapassare bizzarro e creativo di vere e reali sensazioni quotidiane, niente che in teoria dovrebbe sconvolgere più di tanto, ma che in realtà, affascina e cattura anche la più ghiacciata anima .
"I Remember" marcia lugubre, "Starfire" limpidità totale, "Two-Step" un dolce sogno, "Weight Of Water" semplicemente perfetta, "Missouri" un ricordo lontano, "Don't Understand" un pizzico d'estrosità nativa, "Soon" chiudere gli occhi lasciandosi cullare, "Immune" il titolo dice tutto, "Lion/Lamb" partecipazione perfetta d'archi e pianoforte, "Days Of..." una spina nel cuore, "Will The Night" archi da paradiso terrestre, fantastica! "Home" una chiusura rarefatta, un gioiello unico.
E' incantevole ascoltarli in una fusione di voce, testi e suoni che prendono una forma compatta in un'atmosfera di mondi a noi sconosciuti, che è possibile farli nostri, solo in quanto palpabili attraverso i sogni stessi, quindi direi, emozione allo stato puro.
Low... Amore platonico o Amore tangibile?
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